Meloni fuori dalla Via della Seta pensa alla contropartita per Xi. Ma Biden...

Il governo italiano prepara l'uscita dalla Belt and Road per compiacere gli Usa ma pensa a come evitare ritorsioni da parte di Pechino

di Redazione Esteri
Esteri

L'Italia prepara l'uscita dalla Via della Seta. Una contropartita per Xi?

Comunque vada, sarà un insuccesso. Restare nella Belt and Road Initiative dando un segnale di mancato allineamento agli Stati Uniti proprio in vista della prossima presidenza di turno del G7 per il 2024? Oppure uscire dall'accordo sottoscritto nel 2019 dal governo gialloverde ed esporsi a possibili ritorsioni da parte della Cina? Il governo Meloni sembra aver ormai scelto per la prima opzione, come ampiamente preannunciato dalla stessa premier durante la sua campagna elettorale in vista delle elezioni dello scorso settembre.

Normale che sia così, per un governo di centrodestra che salda la sua politica estera su un forte atlantismo. E viste le passate intemperanze di due dei tre componenti della coalizione, Lega e Forza Italia, sulla Russia è chiaro che l'esecutivo voglia mostrarsi compatto sul fronte cinese, cioè quello considerato veramente prioritario da Washington nell'ambito della sua contesa a tutto campo con Pechino.

Eppure, Meloni non vuole arrivare a una rottura con la Cina. L'incontro bilaterale con Xi Jinping a margine del summit di Bali del G20 del novembre scorso è andato meglio del previsto. Da lì in poi, ma in realtà anche prima, la retorica della premier e del governo sulla Repubblica Popolare e sui suoi dossier più delicati si sono notevolmente attenuati. Così come i collegamenti diretti, su cui invece Meloni era stata particolarmente generosa quando era ancora all'opposizione, tra guerra in Ucraina e scenari militari su Taiwan.

Lo stesso Antonio Tajani continua a ripetere che il ruolo della Cina per mettere fine al conflitto può essere fondamentale e decisivo, linea ribadita più volte dopo l'incontro di qualche mese fa con Wang Yi, il capo della diplomazia del Partito comunista cinese.

Come compiacere Biden senza una vendetta di Xi?

Il problema di Meloni è come comunicare l'uscita dalla Belt and Road, che appare inevitabile. Una decisione che crea diverse preoccupazioni tra il mondo imprenditoriale italiano. Sia nelle aziende e nella folta comunità italiana presenti in Cina, sia tra chi invece in Cina vorrebbe approdarci per avere accesso a un mercato immenso e pronto a tornare a crescere dopo gli stenti degli anni della pandemia e delle severe restrizioni anti Covid.

Verissimo che non è necessario far parte della Belt and Road per fare affari con Pechino. A dimostrarlo ci sono per esempio Francia, Germania e persino Brasile, che di recente hanno firmato nuovi accordi milionari con la Cina senza siglare il memorandum of understanding di adesione al progetto lanciato da Xi nel 2013. Ma cosa diversa è accettare di farne parte e poi uscirne. 

Ecco perché la premier sta pensando a come parare i danni con la Cina, magari garantendo concessioni rilevanti che possano sopperire al segnale politico negativo. Qualche esempio? Siamo sul campo delle speculazioni, ma c'è chi non esclude un rilancio della cooperazione spaziale interrotta anni fa sulle perplessità americane. Appunto. Siamo ancora lì, ancora di più visto che lo spazio è stato di recente indicato come un campo fondamentale della contesa tra potenze da parte del Pentagono di recente.

E allora che fare? Difficile dirlo, visto che per la Cina la valenza dell'ingresso italiano era appunto prettamente politica. Primo paese del G7 a dare un endorsement del progetto, soprattutto la culla dell'occidente che restituisce alla Cina il suo ruolo sul palcoscenico globale e anche a livello storico, vista la restituzione di oltre 700 reperti archeologici. A Pechino, con la firma italiana, si parlò solo di quello.

Già allora Washington ottenne la cancellazione di accordi sul 5G e forse sui porti, ora chiede il passo finale per uscire dal progetto. Meloni appare intenzionata a farlo, quel passo indietro, ma spera che non si tramuti in una porta chiusa in faccia dalla Cina, che ha comunque a sua volta l'interesse di non compromettere i rapporti con l'Europa visto il recente engagement dall'Ucraina ad altri temi, suggellato dalla visita di Emmanuel Macron e Ursula von der Leyen. Conteranno soprattutto i modi della fuoriuscita e del dialogo con Xi. Il diavolo, come mai prima, è nei dettagli.

Tags:
cinagiorgia meloniitaliajoe bidenusavia della setaxi jinping