Usa 2024, Biden lascia la corsa: un presidente che ha anteposto il bene della Nazione al suo ego personale
Biden si ritira e lancia Harris alla presidenza, ma nemmeno lei è un candidato sicuro: i ricchi sponsor non la vogliono. Ecco perché
JOE BIDEN PRESIDENTE USA
Joe Biden, il "soldato Ryan" si è finalmente salvato da solo
Joe Biden, da tempo una sorta di "soldato Ryan" accerchiato, ha reso le armi annunciando il suo ritiro. A lui prima di tutto è doveroso dire “chapeau”. Uno dei pochissimi tra i politici di tutto il mondo in grado di anteporre il bene della Nazione al proprio ego personale. E questo non è poco. Poi la realtà racconta di un uomo combattuto e depresso che mai avrebbe voluto scrivere il proprio testamento politico. Certo è che se nel 2020 Biden affermava di essere un “ponte tra generazioni politiche” e fino a due giorni fa dichiarava di essere l’unico che avrebbe potuto vincere, ieri ha passato il testimone alla sua vice, tenuta per tre anni in “naftalina”. Biden è stato però un sapiente politico di lungo corso che nel suo mandato ha fatto tanto per il paese.
La Bideneconomics ha portato risultati inimmaginabili in economia e sull’occupazione, soprattutto in anni resi difficili dall’inflazione mondiale, da tassi mai cosi alti da decenni e da tensioni geopolitiche pericolose. Solo il 2023 infatti si è chiuso con una disoccupazione al 3,7% e la creazione di oltre 2,7 milioni di posti di lavoro. Nel triennio Biden sono così stati creati quasi 15 milioni di posti di lavoro, un record in assoluto. E non si possono nemmeno dimenticare i sostegni alla sanità per i meno abbienti e a prezzi più abbordabili. E pure le aperture sul “green deal“ e nei rapporti con i partner internazionali. Tutte opzioni che un Trump in carica cancellerebbe in un battibaleno.
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Joe Biden, tra tassi alti, inflazione in crescita e tensioni geopolitiche
Il Presidente si è cosi scontrato con un mix di tassi alti, inflazione in crescita e tensioni geopolitiche, un cocktail micidiale che avrebbe potuto far saltare il banco. Invece Biden lo ha gestito con abilità. Purtroppo però pochi americani glielo hanno riconosciuto. Mentre tanti, al contrario, gli hanno addebitato il “vergognoso” ritiro dall’Afghanistan e una gestione complicata, costosa e confusionaria della difesa dell’Ucraina. E adesso che succederà? Innanzitutto smetteranno le prese in giro ingenerose sui social verso un uomo e un politico serio e di valore alle prese con la sua seniority. Joe Biden rimarrà sulla sua poltrona fino alla fine del mandato. Non puo’ mancare di passare il testimone a fine anno. Al momento ha consegnato la sua eredità a Kamala Harris, la vicepresidente.
Kamala era partita quattro anni fa come il futuro avversario di Trump e poi è scomparsa dalle scene affogata tra le onde dell’inarrestabile fenomeno migratorio dall’America Latina. I pesanti sostenitori democratici, quelli che hanno congelato sostegni alla campagna per quasi 100 milioni di dollari non la vogliono. La corsa è aperta più che mai. I nomi sono cosi tanti, oltre alla Harris (da Michelle Obama alla provocazione Taylor Swift per finire con qualche leader di Stati vincenti come il Michigan) che al momento è prematuro solo buttarli lì.
E’, comunque, per i democratici una corsa contro il tempo e contro le proprie passate indecisioni e tentennamenti (le condizioni di Biden si conoscevano da tempo). Da parte sua Trump, con la forza dei sondaggi, dell’attentato scampato e del suo jolly Vance come vicepresidente, sembra essere in grado di gareggiare contro tutti. L’unica certezza è che saranno mesi di fuoco e per i dem non tutto è ancora perduto.