Kevin Spacey, l'intervista dopo l'assoluzione: "Netflix esiste grazie a me"

Il grande attore, 64 anni e due Oscar, ha giocato sull'ambiguità riprendendo o quasi i panni di Underwood nell'intervista concessa a YouTube

di Redazione Esteri
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Kevin Spacey (foto Lapresse) assolto a Londra dalle accuse di violenza sessuale
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Kevin Spacey o Frank Underwood? La strana intervista dell'attore dopo l'assoluzione dalle accuse di molestie. "Netflix esiste grazie a me"

Dopo l'assoluzione dalle accuse di molestie e abusi sessuali, sia negli Stati Uniti sia in Gran Bretagna, Kevin Spacey ha concesso un'intervista su YouTube al giornalista americano Tucker Carlson accennando alle sue vicissitudini giudiziarie.

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Più in forma che mai, in giacca scura e cravatta davanti all'albero di Natale, il grande attore, 64 anni e due Oscar, ha giocato sull'ambiguità riprendendo o quasi i panni di Underwood. E si è scagliato contro la piattaforma produttrice della celebre fiction: "Non ci sono dubbi che Netflix esista grazie a me, io ho dato loro un senso e loro hanno provato a sotterrarmi», ha esclamato rievocando il successo planetario della serie, «mi pare bizzarro che abbiano deciso di tagliare pubblicamente i ponti con me solo a causa di accuse che ora si sono dimostrate false. Non penso ci fosse motivo per farlo... questo video è l'inizio, quest'intervista un po' un mix tra un episodio (di House of Cards, ndr) e la realtà".

Nel 2017, allo scoppiare dello scandalo Weinstein, Spacey era stato infatti tra i primi e più illustri bersagli del movimento #MeToo: denunciato a scoppio ritardato da alcuni uomini, l'attore era stato licenziato sui due piedi da House of Cards dopo 4 anni di successi mentre le successive stagioni della serie venivano affidate alla sola Robin Wright che, pur bravissima nel ruolo della spregiudicata moglie di Frank, aveva fatto sentire la mancanza del carismatico protagonista.

Intanto, sull'onda giustizialista del #MeToo, alla fine delle riprese Ridley Scott aveva cancellato l'interpretazione dell'attore da Tutti i soldi del mondo, il film sul rapimento di Paul Getty III, tornando a girare tutte le scene con Christopher Plummer nei panni di Getty senior, l'implacabile nonno miliardario che all'inizio non voleva pagare il riscatto per il nipote. Poi Spacey ha cominciato a vedere la fine della vicenda giudiziaria che lo aveva costretto a mettere in piazza la sua vita, dall'omosessualità mai dichiarata prima al racconto della sua infanzia da incubo con il padre nazista e abusatore dei figli: nel maggio 2022 è arrivata l'assoluzione in America, a luglio scorso anche in Inghilterra. E oggi l'attore ha deciso di togliersi i sassolini dalle scarpe. L'intervista a Carlson è suonata come una rivincita dopo anni difficilissimi, magari la premessa di una richiesta di risarcimento per la disoccupazione forzata e il danno d'immagine.

Ma qualcuno è andato oltre e ha considerato l'uscita di Kevin-Frank quasi il preludio di una possibile candidatura dell'attore alle presidenziali nelle fila dei democratici. Di sicuro c'è solo un fatto, per ora: Spacey ha ripreso finalmente a lavorare riannodando i fili di una straordinaria carriera sempre divisa tra cinema, tv, teatro e benedetta dagli Oscar, prima per I soliti sospetti (1995) poi per American Beauty (1999).