Ucraina, Putin bombarda Kiev ma le casse del Cremlino piangono: ecco quanto costano gli attacchi

I bombardamenti russi sulle infrastrutture energetiche e civili ucraine sono costati tra 1,2 e 1,3 miliardi di dollari. Barcolla la potenza economica del Cremlino? 

di Redazione
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Esteri

Il costo dell'attacco russo (uno dei più gravi) alle infrastrutture energetiche e civili ucraine: lanciati oltre 100 missili e circa 100 droni Shaded 

L'attacco russo avvenuto ieri, lunedì 26 agosto, è stato uno dei più gravi dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina. La Russia ha lanciato oltre 100 missili e circa 100 droni Shaded prendendo di mira le infrastrutture energetiche e civili ucraine, già estremamente compromesse da più di un anno. 

Gli attacchi hanno colpito diverse città, compresa la capitale Kiev. Cinque persone sono morte durante i bombardamenti. Molti cittadini si sono trovato con la linea elettrica interrotta. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rassicurato: "In ogni area colpita dalle interruzioni di corrente, i lavori di ripristino sono già in corso". Ma quanto è costato alla Russia questo attacco così massiccio? 

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L'impatto economico dei bombardamenti di lunedì 26 agosto

Secondo le stime di Forbes Ucraina, l'attacco russo verificatori ieri è costato tra 1,2 e 1,3 miliardi di dollari al Cremlino, che non gode certo di una posizione vantaggiata. Forse conduce bombardamenti e ha conquistato più territori dell'avversario, ma Mosca è sempre più isolata dal punto di visto economico, tanto che sono in molti a chiedersi fino a quando riuscirà a portare avanti attacchi del genere

Un recente rapporto dell'Institute for the Study of War degli Stati Uniti ha evidenziato, stando a quanto riporta il Messaggero, come la Russia "probabilmente non disponga della capacità industriale e di difesa necessaria per sostenere attacchi di questa portata con regolarità".

L'importanza delle regioni di Belgorod e Kursk

Ma non è tutto. L'Ucraina sta portando avanti una buona linea difensiva: si è insinuata nelle regioni strategiche di Belgorod e Kursk, fondamentali per la Russia. Infatti, in questi territori ci sono le industrie metalmeccaniche, chimiche e petrolchimiche che contribuiscono significativamente all'economia russa, generando tra il 2 e il 3% del PIL nazionale. 

Nella regione di Kursk c'è anche una centrale nucleare importante per garantire la corrente elettrica. Se la Russia dovesse perdere questi territori, perderebbe anche un introito economico che potrebbe gravare sull'economia. In tal caso, la capacità di condurre attacchi come quello di ieri si ridurrebbe ulteriormente.