La Lega pacifista provoca irritazione a Palazzo Chigi. Meloni pensa alle urne

Armi a Kiev/ Crippa, vicesegretario della Lega, Vannacci, vicepresidente del gruppo Patrioti al Parlamento Ue e Romeo, capogruppo al Senato bocciano la Meloni

Di Alberto Maggi
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Armi a Kiev, su Affaritaliani.it scoppia il caso Ucraina. Rischio implosione del Cdx. Meloni pensa alle elezioni 

Tanto tuonò che piovve. Proprio mentre Giorgia Meloni è a Washington per il vertice Nato e, insieme agli alleati, decide di incrementare gli aiuti militari all'Ucraina, dalla Lega arrivano una raffica di no e di prese di distanza. Andrea Crippa, vice-segretario della Lega, Roberto Vannacci, vice-presidente del gruppo Patrioti al Parlamento europeo, Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato del Carroccio (tutti su Affaritaliani.it) affermano che la linea dell'Alleanza atlantica, e quindi di Meloni, è sbagliata. Serve infatti un dialogo con la Russia per evitare un'escalation militare. I tre lodano addirittura la missione a Mosca di Orban contestata a Bruxelles.

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Con Antonio Tajani (Ppe) allineatissimo sulle posizioni atlantiche, si apre nella maggioranza una crepa enorme. Una 'bomba' potenzialmente devastante per la maggioranza di Centrodestra. Non bastavano quindi le divisioni sul posizionamento in Europa, ora scoppia anche la 'grana Ucraina'. Il leader della Lega Matteo Salvini per ora non parla, ma manda avanti i suoi attraverso cannonate contro la Nato e indirettamente contro Palazzo Chigi.

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Fonti di Fratelli d'Italia parlano di grande nervosismo nell'entourage della presidente del Consiglio per le parole dei leghisti rilasciate ad Affaritaliani.it. Tanto che qualcuno comincia a parlare di posizioni "troppo distanti" e "quasi inconciliabili". Quando arriverà in Aula il tema, la maggioranza rischia di spaccarsi e il governo corre il serio pericolo di implodere proprio sulla politica estera e sul sostegno all'Ucraina di Zelensky. Le parole del Carroccio indeboliscono Meloni agli occhi degli alleati, sottolineano dal Pd, e ora tutto potrebbe accadere. Fino alla rottura della stessa maggioranza con la premier tentata dal ritorno alle urne solo con Forza Italia come alleato, magari con Renzi e Calenda (atlantisti senza se e senza ma) e mollando la Lega pacifista di Crippa, Vannacci e Romeo.