Le Pen fuori dalla corsa all’Eliseo prima del tempo, ecco che cosa rischia dopo la condanna a 5 anni di reclusione
La procura di Parigi ha chiesto la condanna a cinque anni di reclusione (di cui due in carcere) e cinque di ineleggibilità per la leader del Rassemblement national in seguito a un’inchiesta sull’uso di fondi pubblici
Marine Le Pen
Le Pen fuori dalla corsa all’Eliseo prima del tempo
Marine Le Pen potrebbe uscire anzitempo dalla corsa all’Eliseo del 2027. Il 13 novembre, infatti, la procura di Parigi ha chiesto la condanna a cinque anni di reclusione (di cui due in carcere) e cinque di ineleggibilità per la leader del Rassemblement national in seguito a un’inchiesta sull’uso di fondi pubblici del Parlamento europeo per pagare alcuni funzionari di partito. Per il numero due del Rn, Jordan Bardella, è una vendetta giudiziaria contro Le Pen. Solidarietà anche da uno storico alleato di casa nostra, Matteo Salvini.
L’accusa: uso improprio di fondi pubblici
La sentenza è prevista per l’inizio del nuovo anno. Se dovesse essere confermata la tesi dei pm, per l’estrema destra sarebbe un duro colpo. I fatti riguarderebbero il periodo 2004-2016, quando il partito si chiamava Front national. Secondo i pm, Le Pen e i suoi avrebbero utilizzato in modo improprio dei fondi pubblici, deviando 6,8 milioni di euro dall’Europarlamento per finanziare il partito grazie a una rete di assistenti parlamentari fittizi che in realtà lavoravano in patria per il Fn. Un’attività contraria allo statuto del Parlamento europeo, che vieta che i contributi versati ai deputati vengano usati per finanziare la politica nazionale.
Il pm chiedo l’“esecuzione provvisoria” della sentenza
Insieme a Le Pen, rischiano altri personaggi. Louis Aliot, attuale sindaco di Perpignan ed eletto a Bruxelles nel 2014; Marion Marechal, nipote della leader oggi fuori dal partito, deputata dal 2012 al 2017 e attualmente europarlamentare; e Wallerand de Saint-Just, ex tesoriere del partito.
Anche sulla loro testa incombe la possibilità di essere dichiarati ineleggibili, ciascuno per un periodo diverso in base alle proprie responsabilità. L’accusa, inoltre, ha chiesto anche una multa da 4,3 milioni di euro al Rn e una da 300mila a Le Pen. Infine, i pm hanno chiesto che la sentenza di primo grado abbia una “esecuzione provvisoria”, cioè che scatti anche in caso di (scontato) appello, il che appunto renderebbe ineleggibile la politica nel 2027.
Le reazioni
Duro il commento rilasciato da Le Pen mentre lasciava l’aula. La leader dell’estrema destra ha parlato di “violenza” e “oltraggio” da parte dei pm, accusando la procura di voler “rovinare il partito” impendendo ai francesi di “votare per chi vogliono”. Analoghi i toni usati da Jordan Bardella, che su X ha parlato di “attacco alla democrazia”. “La Procura non si occupa di giustizia, ma di accanimento e vendetta contro Marine Le Pen. I suoi oltraggiosi atti d’accusa hanno lo scopo di privare milioni di francesi del loro voto nel 2027”, il commento del giovane politico.
La corsa all’Eliseo: Bardella il candidato del Rassemblement national?
In caso di stop, Le Pen non potrebbe dunque candidarsi per le presidenziali del 2027. Uno scenario che scompiglia le carte del Rn. Le parole di Le Pen a margine di un firma-copie del libro di Jordan Bardella Ce que je cherche (Quel che cerco) suonano già come una sorta di endorsement per il suo delfino. “In questo momento, sono io la candidata per l’Eliseo.
Ma so come le cose possano cambiare in fretta e come la vita politica possa metterti bucce di banana sotto le scarpe. Intanto sono orgogliosa di Jordan, del suo successo, e di avergli dato l’occasione di costruirsi come leader politico”, ha detto la leader. Il sogno iniziale del partito era invece quello di, in caso di vittoria, piazzare Bardella primo ministro, con la sua “madrina” al posto di Emmanuel Macron.
La solidarietà del “Capitano”
Intanto, dall’Italia Matteo Salvini ha espresso solidarietà a Le Pen. “Anche in Francia, stanno usando tutti i mezzi possibili per fermare la volontà del popolo e il vento democratico del cambiamento”, ha commentato su X il segretario della Lega, avanzando un parallelismo con la vicenda Open arms che lo vede coinvolto.