Libano, Italia pronta a prendere il comando dei caschi blu, in arrivo altri 500 militari. Poi tocca a Gaza?

Entro fine febbraio il nostro Paese dovrebbe prendere la guida dell’intera missione Onu. Prove generali, il modello potrebbe ripetersi in Palestina

di Redazione Esteri

Unifil in Libano

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Libano, Italia decisiva per la tregua. Siamo in pole per prendere il comando ai confini

La tregua tra Israele e Libano per il momento regge, non si registrano attacchi da parte di Tel Aviv e nemmeno offensive di Hezbollah, ma per garantire la "pace" tra i due duellanti serve anche l'intervento dell'Onu. E a vigilare sui confini potrebbero essere proprio i caschi blu, ma con una novità, il comando delle operazioni potrebbe essere affidato all'Italia. Si tratta - riporta La Repubblica - di un impegno difficile ma con una prospettiva straordinariamente importante. Perché quello che accadrà tra il fiume Litani e il confine israeliano sarà anche il laboratorio per definire un modello di intervento a Gaza, basato sulla creazione di una forza di polizia palestinese formata da istruttori italiani.

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Le iniziative in campo sono numerose, avviate già da alcuni mesi, e potrebbero convergere in un futuro molto prossimo in una doppia operazione di pace per sanare le ferite più sanguinose del Medio Oriente. In base alla tradizionale rotazione, sempre rispettata finora, - prosegue La Repubblica - entro fine febbraio il nostro Paese dovrebbe prendere la guida dell’intera missione Onu: il candidato ideale potrebbe essere lo stesso generale Abagnara, ex comandante della brigata Garibaldi che per due volte è stato in servizio con i caschi blu. Questo potrebbe configurare nel giro di pochi mesi il ruolo di vertice italiano in entrambe le iniziative per stabilizzare il confine nord di Israele.

L’attenzione però è rivolta anche a Gaza: l’Autorità palestinese ha già chiesto ai carabinieri di riprendere i corsi di addestramento ma finora non ci sono state le condizioni di sicurezza. La nostra Difesa d’intesa con il governo Meloni sta studiando come costruire un percorso di pace anche tra le macerie della Striscia. Prima però bisogna fermare definitivamente le armi. La nostra presenza in Libano potrebbe venire incrementata di oltre cinquecento militari, forse addirittura il doppio, anche se la questione dei numeri viene ritenuta "prematura" dalle fonti governative.

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