Il delirante attacco del filorusso Nicolai Lilin a Luca e Paolo è puro servilismo verso un regime che calpesta libertà e diritti
Attacco violento dello scrittore russo contro Luca e Paolo: "Gli sfonderei il cranio e gli farei ingoiare i denti". Il commento
Lo scrittore filorusso Lilin contro Luca e Paolo
L'Italia è una democrazia. Ma a quanto pare, a Nicolai Lilin, lo scrittore russo con cittadinanza italiana noto per le sue posizioni filorusse, questa realtà non va giù. Collegato in video alla conferenza Voci dal Donbass, che si è tenuta a Genova, ha attaccato pesantemente i comici Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, con frasi di una gravità inaudita.
"Gli sfonderei il cranio e gli farei ingoiare i denti". Parole degne di un criminale da quattro soldi e non di un intellettuale. La loro colpa? Aver fatto satira all’interno di una puntata di diMartedì di Giovanni Floris su La7 su una petizione contro Sergio Mattarella avviata dal giornalista filo Putin Vincenzo Lorusso. Una battuta di troppo per lo scrittore che, con un’arroganza tipica dei fanatici, ha deciso di sfogare la sua rabbia con minacce violente e inaccettabili. "Due annoiati, inutili, dal punto di vista intellettuale limitati, personaggi strapagati che deridono una persona che riporta le informazioni reali dalla guerra" – ha poi affermato ancora lo scrittore.
Un attacco delirante, che rispecchia il peggior servilismo nei confronti di un regime autocratico che calpesta libertà e diritti fondamentali. È tempo che le istituzioni e l’opinione pubblica prendano le distanze da chi, con il pretesto della libertà di parola, diffonde odio e minacce. La libertà di espressione è sacra, ma non può trasformarsi in un pretesto per legittimare la violenza e l’intimidazione. Lilin ha superato ogni limite e dovrebbe essere chiamato a rispondere delle sue parole. L’Italia non può tollerare che qualcuno minacci chi esercita il diritto alla satira e insulti la Nazione che lo ospita da più di 20 anni. Lui si erge a difensore della Russia, ma nella sua retorica emerge a questo punto un disprezzo viscerale per l'Italia e per la libertà d’espressione, che evidentemente gli sta stretta.
Si infuria per due comici che fanno satira, ignorando che in Russia chi osa ironizzare su Putin finisce in galera, o anche peggio. Cosa lo trattiene dall’andarsene nella sua amata Russia? Se prova tanto disprezzo per l'Italia e i suoi valori, forse dovrebbe trarne le dovute conseguenze. Noi, nel frattempo, continueremo a difendere la libertà di pensiero e di espressione. Perché questo, caro Lilin, è ciò che distingue una democrazia da una dittatura.