Macron il "pigliatutto" europeo per salvare sé stesso, alla faccia dell'Ue

La riunione di Parigi sull'Ucraina, il viaggio da Trump ed oggi l'annuncio dei "contro dazi". Qual è il gioco di Macron?

di Andrea Soglio
Esteri

La dimostrazione di forza e debolezza di Emmanuel Macron

Macron che organizza la riunione (ad inviti suoi) di Parigi sulla pace in Ucraina. Macron che corre per primo da Trump. Ed oggi Macron che annuncia la risposta della Ue ai dazi di Trump (con buona pace di Ursula Von der Leyen). Il presidente francese non è mai stato così attivo e protagonista a livello globale, soprattutto occidentale ma se pensiamo che lo faccia per spirito "europeo" ci sbagliamo di grosso.

Un proverbio recita così: uno è un caso, due fanno un indizio, ma tre sono una prova. E quando oggi le agenzie hanno battuto la dichiarazione del Re dell'Eliseo, "L'Europa metterà dazi su acciaio ed alluminio Usa" siamo arrivati appunto all'episodio numero 3 e quindi alla prova provata. Macron sta cercando spazio, su tutto, su tutti i partner europei, fregandosene delle regole e dei ruoli, come al solito.

Non è un caso che Giorgia Meloni abbia messo il presidente francese alle corde con una semplice quanto esatta domanda: "A che titolo sei andato a Washington?", dove Macron ha parlato di "esercito europeo" da inviare in Ucraina come forza di pace.

Insomma, Macron ci prova, ancora una volta. Prova a guadagnare spazio, popolarità per se stesso (soprattutto) ed in parte per la sua Francia con buona pace di tutti gli altri, anzi, facendo proprio concorrenza interna agli altri leader europei. Prima tra tutti proprio Giorgia Meloni.

L'Italia e la sua leader infatti non hanno mai fatto così tanta paura; un governo stabile che si prepara a completare un'intera legislatura; una leader forte a livello internazionale come nessuno si aspettava; una situazione economica complessiva molto migliore di quella di Germania e, di poco, anche di quella transalpina; un legame con Trump che nessuno a Bruxelles oggi ha. Insomma, l'Italia ha preso spazio, crescendo in considerazione a scapito proprio di Parigi e Berlino. Così Macron ha preparato la riscossa, a suon di azioni individuali anche per cercare di fermare il crollo di popolarità politica interna...

Il risultato di tutto questo? Irritazione di molti altri leader e paesi e soprattutto l'ennesima riprova che politicamente l'Europa non esiste, bloccata ancora una volta da figure che fanno prima i loro interessi che quelli della Ue. Divisi sui dazi, divisi sulle truppe in Ucraina, divisi sull'esercito europeo (di cui si parla da un decennio, a vanvera), divisi nella gestione dei rapporti con gli Usa.

E così alla fine la prova di forza di Macron si manifesta per quello che è: una dimostrazione di debolezza, sua e della Ue.

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