Macron sabota l'accordo Ue Mercosur: guerra con Scholz, Ursula spalle al muro

Per ingraziarsi gli agricoltori in rivolta, il presidente francese dice no all'accordo di libero scambio col blocco sudamericano. La Germania invece spinge

di Redazione Esteri
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Emmanuel Macron
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Macron dice no all'accordo di libero scambio Ue-Mercosur, guerra Parigi-Berlino

No all'accordo di libero scambio tra Unione Europea e Mercosur, il blocco del Sudamerica. O almeno, un forte stop su una strada che sembrava spianata e si scopre invece accidentata. Motivo? Emmanuel Macron, che per ingraziarsi i trattori francesi si mette di traverso all'accordo negoziato dalla Commissione Europea di Ursula von der Leyen, con conseguenze potenziali per tutti i paesi membri. Un accordo su cui in realtà si lavora da quasi vent'anni. La vicenda rischia di mettere contro Parigi e Berlino, visto che proprio la Germania è la più ferma e convinta sostenitrice dell'accordo.

L'intenzione di Macron è quella di proteggere l'agricoltura francese dall'afflusso di carne bovina brasiliana e argentina. Per questo il presidente francese ha scritto a Von der Leyen per esprimere le sue preoccupazioni in un messaggio di testo. "Abbiamo bisogno di chiarezza sul Mercosur, chiediamo che l'accordo non venga firmato nella sua forma attuale", ha detto Macron durante una visita in Svezia. Macron solleverà la questione direttamente con Von der Leyen quando si incontreranno a Bruxelles questa settimana in occasione di un vertice dei leader dell'Unione Europea. 

Ma di che cosa si tratta? L'accordo proposto creerebbe un'area di libero scambio che abbraccia quasi 800 milioni di persone. La rivolta degli agricoltori francesi ha preso di mira le importazioni di carne sudamericana e, sullo sfondo, denuncia il libero scambio di prodotti agricoli in corso anche con il Canada (accordo Ceta) e la Nuova Zelanda. Anche Belgio, Austria, Irlanda e Paesi Bassi sono sempre più reticenti. Il governo francese attacca così un'intera parte della filosofia della Commissione, rilanciando la rivolta delle campagne. Macron le fomenta visto che in vista delle Olimpiadi della prossima estate vuole provare a  contenere la rivolta degli agricoltori, già furiosi per il calo dei redditi.

Von der Leyen spalle al muro: per la conferma deve cedere a Macron

Scholz invece spinge fortissimo. Non appena è tornato Lula al governo in Brasile, il cancelliere ha visto l'opportunità per riprendere il discorso interrotto durante l'approccio protezionistico di Bolsonaro. Il cancelliere tedesco è stato il primo leader a visitare l'America Latina dopo il ritorno di Lula. Durante la sua visita, Scholz ha promesso di spendere 200 milioni di euro per l'ambiente e la protezione dell'Amazzonia. Ci sono quasi 1.000 aziende tedesco-brasiliane nel vostro Paese", ha detto al Presidente Lula.

Come spiega anche Le Point, Von der Leyen si trova dunque stretta in una morsa tra le due potenze europee: da un lato Macron, che le ordina di rinunciare per il momento al Mercosur, e dall'altro Scholz, che attende con ansia ogni round di negoziati. Il dilemma della presidente è tanto filosofico quanto personale: la Commissione non può rinunciare al libero scambio che, a suo avviso, è sia il fondamento della ricchezza dell'Europa sia il modo migliore, attraverso la diversificazione dei partner, per sfuggire alla dipendenza dalla Cina.

Ma c'è un problema. Von der Leyen ha bisogno di evitare una guerra aperta alla vigilia delle elezioni europee. Ancora di più, non può permettersi uno scontro aperto con la Francia, il cui appoggio sarà decisivo per la sua conferma alla guida della Commissione Europea. Ecco perché Ursula potrebbe cedere al pressing di Macron, voltando per una volta le spalle alla sua Germania.