Meloni distrugge il modello Onu: "Servono principi di eguaglianza e rappresentatività. Basta gerarchie"

La premier italiana affossa la riforma portata avanti dagli Usa: "Si rischia un pericoloso effetto domino, l'aggressione della Russia all'Ucraina ha messo in discussione i principi della Carta dell'Onu"

di Redazione Esteri

Giorgia Meloni

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Meloni all'Onu: "L'intelligenza artificiale rappresenta un allarme a livello mondiale: senza una governance globale le conseguenze saranno devastanti"

Giorgia Meloni, nel suo discorso a New York all'assemblea annuale dell'Onu, usa parole molto forti nei confronti della riforma che stanno cercando di portare avanti gli stati Uniti sui principi base delle Nazioni Unite. La premier italiana stronca il modello Usa, che prevede l'introduzione di nuovi seggi permanenti, laddove l'Italia vuole l'istituzione di seggi regionali permanenti con membri a rotazione. "L'Italia è convinta che qualunque revisione dell'architettura di funzionamento delle Nazioni Unite, a partire dal Consiglio di Sicurezza, - dice Meloni - non possa prescindere dai principi di eguaglianza, democraticità e rappresentatività. Sarebbe un errore creare nuove gerarchie, con nuovi seggi permanenti. Siamo aperti a discutere la riforma senza alcun pregiudizio, ma vogliamo una riforma che serva a rappresentare meglio tutti, non a rappresentare meglio alcuni".

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Le nuove sfide imposte da un mondo sempre più complesso e conflittuale, con l'aggressione russa all'Ucraina che ha messo in discussione i principi della Carta dell'Onu con il rischio di un "effetto domino", richiedono - prosegue Meloni - "un cambio di paradigma” che mal si concilia con una riforma del Consiglio di Sicurezza che preveda la creazione di "nuove gerarchie". Il suo intervento ha attraversato i principali scenari dei conflitti mondiali e ha posto l’accento su due temi che sono stati al cuore della presidenza italiana del G7: la necessità di una governance globale sull’intelligenza artificiale, senza la quale si rischiano conseguenze devastanti per la tenuta delle democrazie e per il mondo del lavoro, e il Piano Mattei, che la premier ha posto come esempio del "modello di cooperazione del tutto nuovo" necessario a rilanciare un multilateralismo entrato in crisi.

Deciso l’invito a "non voltare le spalle all’Ucraina e al suo diritto di difendersi", un diritto riconosciuto anche a Israele che è chiamato però a “rispettare il diritto internazionale e tutelare i civili” e a non negare ai palestinesi il diritto a un proprio Stato. "L'imperativo è raggiungere, senza ulteriori ritardi, un cessate il fuoco a Gaza e l'immediato rilascio degli ostaggi israeliani”, ha continuato Meloni, "non possiamo più assistere a tragedie come quelle di questi giorni nel Sud e nell'Est del Libano, con il coinvolgimento di civili inermi, tra cui numerosi bambini". E non si può restare a guardare, ha affermato, nemmeno di fronte alla brutale repressione delle opposizioni in Venezuela".

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