Migranti in Albania, Rama: "I diritti umani saranno rispettati. Accordi solo con l'Italia: siamo una coppia di fatto"

Il presidente albanese: "Non ospiteremo più di 3mila persone contemporaneamente"

di Redazione Esteri
Edi Rama e Giorgia Meloni
Esteri

Migranti in Albania, Rama non apre ad accordi con altri Paesi e chiarisce i dettagli di questa operazione

Il patto tra Italia e Albania sui migranti è diventato operativo ieri. Le prime 16 persone sono salite a bordo della nave Libra della Marina e sono dirette ai centri allestiti in base in base all’accordo tra Giorgia Meloni ed Edi Rama con lo scopo di "migliorare le capacità di rimpatrio e a ottenere un effetto deterrenza sulle partenze". Un’intesa che scatena l’attacco delle opposizioni. La segretaria del Pd Elly Schlein parla di "deportazioni". Ma il governo italiano tira dritto e il premier albanese Edi Rama definisce le linee guida di questa operazione, in cui le autorità locali non avranno alcun ruolo.

Leggi anche: Migranti, partito il primo gruppo diretto verso l'Albania

"La parte albanese - precisa Rama a Il Corriere della Sera - non ha alcun obbligo di verificare se siano pronte o meno queste strutture, perché l’accordo prevede che tutto — dalla costruzione alla gestione dei centri e dell’intero processo di arrivo, fino a sistemazione, registrazione ed elaborazione delle domande dei migranti — sia di competenza della parte italiana". Edi Rama poi entra nello specifico dell'accordo siglato con l'Italia e rassicura: "In questi centri verranno rispettati i diritti umani. Non mi risulta che l’Italia sia tra i Paesi con problemi nella comprensione e protezione dei diritti umani, e d’altra parte - prosegue Rama a Il Corriere - l’ho detto cento volte: questo dibattito non esisterebbe nemmeno se questi due centri fossero aperti in uno Stato Ue, mentre molti dimenticano che, in ogni caso, i Balcani occidentali sono circondati dai confini dell’Unione europea".

Rama chiude anche alla possibilità di siglare accordi con altri Paesi: "L'Italia per l’Albania non è un Paese come tutti gli altri, è l’altra metà di una coppia di fatto. Oggi - continua Rama - serve una nuova Europa per affrontare immigrazione e invecchiamento, causa tra le principali della confusione generata da questo fenomeno inarrestabile, con retoriche politiche divisive negli Stati membri o politiche antagoniste concentrate più sul dito che indica la luna che su una visione strategica. Ma chi sono io per puntare il dito. Mi limito a dirigere un piccolo Paese europeo che ha detto sì alla richiesta di aiuto dell’Italia, senza pretendere nulla in cambio, se non nutrire un’amicizia unica e insostituibile".

Tags: