Mitighiamo i toni? Fermiamo i pistoleros americani? E le bombe di Putin e Netanyahu?
Viviamo in una guerra di tutti contro tutti, banali comparse e followers accanto a capi di Stato narcisisti, irresponsabili e famelici di potere
Mitighiamo i toni? Fermiamo i pistoleros americani? E le bombe di Putin e Netanyahu?
Si stracciano le vesti, opinionisti ingenui o ipocriti, che vergano articolesse piangenti sulla violenza in politica, le degenerazioni truculente della lingua, lo scontro tra fazioni e tribù, gli americani rimasti pistoleros. Dove andremo a finire signora mia?...
Sovrastrutture, direbbe Karl Marx. Come si fa a non accorgersi che la violenza è il linguaggio quotidiano nei rapporti tra gli Stati e regola i conflitti tra di loro in tutto il mondo? Parliamo di Russia e Ucraina? Parliamo di Israele, Palestina e Medio Oriente, per citare i teatri di guerra più sanguinolenti dentro i quali ogni Paese anche formalmente democratico (e perfino la sempre anodina e furba Italia) porta al fronte l'omaggio dei suoi missili che fanno stragi diffondendo morte, violenza e sopraffazione? Fino all'obbligo democratico del 2 per cento del PIL in spese militari...
Viviamo in una guerra di tutti contro tutti, banali comparse e followers accanto a capi di Stato narcisisti e irresponsabili, famelici di potere, territori e materie prime. Con l'industria delle armi che brinda, bruciando record di fatturati e performance borsistiche, infiltrando governi di sinistra e di destra e inondando il pianeta di costosi e sofisticati strumenti di distruzione di massa.
E questi editorialisti in pantofole parlano di toni violenti da mitigare e di squilibrati da arrestare, confondendo cause ed effetti e guardando il dito invece della luna. Ci scandalizziamo delle fucilate solitarie in Pennsylvenia? E le bombe quotidiane di Putin, Israele e Hamas?