Nomine Ue, il contrattacco di Meloni: sponda col Ppe per bocciare i candidati di Macron e Scholz. Il patto con Weber

La premier punta sul leader del Ppe Weber per far eleggere Fitto. Il tedesco potrebbe minacciare il "No" ai candidati di Francia e Germania in caso di veto sul ministro italiano di FdI

di Redazione Esteri
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Manfred Weber e Giorgia Meloni
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Nomine Ue, il patto Meloni-Weber per fermare Francia e Germania con l'aiuto del Ppe

Ursula von der Leyen ha deciso di rimandare a settimana prossima le scelte per la sua squadra di governo a Bruxelles. Il motivo sarebbe legato non solo al cambio all'ultimo minuto del nome del commissario della Slovenia ma anche a un disaccordo tra i suoi alleati sulla scelta di affidare a Raffaele Fitto una delle cinque vicepresidenze esecutive, si parla di Economia e Pnrr. Uno scontro aperto con Pse, Renew e Verdi che va risolto entro pochi giorni. Ma intanto, in favore del ministro italiano di FdI, si schiera il leader del Ppe, Manfred Weber: "Noi appoggiamo Fitto, l'Italia merita di avere un ruolo di peso in Europa". Proprio in seguito a queste dichiarazioni, sarebbe nato - in base a quanto riporta La Repubblica - un accordo proprio tra Meloni e Weber. La premier chiede al leader del Ppe di minacciare il "No" agli altri candidati di Francia e Germania su tutti, se Fitto dovesse saltare.

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Soltanto lui, presidente del Ppe e uomo forte della politica tedesca in Europa — oltre che storico avversario interno di Ursula von der Leyen — può salvare la premier da una nuova sconfitta a Bruxelles. Solo lui — o almeno, così - prosegue La Repubblica - sperano a Palazzo Chigi — può provare a difendere la vicepresidenza esecutiva di Raffaele Fitto, che il muro socialista e liberale rischia di cancellare. Per questo, la presidente del Consiglio — e ovviamente Antonio Tajani, che di Weber è storico amico — hanno contattato nelle ultime ore il massimo dirigente del popolarismo europeo. E a lui si sono affidati, chiedendogli di alzare il tiro contro gli alleati del Pse e Renew.

Il piano di Palazzo Chigi, in estrema sintesi, sarebbe questo: investire il Ppe del compito di esporsi a favore di Ecr, comunicando al centrosinistra continentale che ogni atto ostile contro Fitto potrebbe portare a una reazione uguale e contraria verso i commissari socialisti e liberali. Non è uno scenario banale, soprattutto se nessuno dei contendenti decidesse di frenare prima del precipizio. Un "tutti contro tutti" dagli esiti imprevedibili che sancirebbe la frantumazione della maggioranza Ursula e la fine politica della nuova Commissione. Il pressing su Weber, in queste ore, è intenso. Il tedesco avrebbe rassicurato la premier.

In realtà, - conclude La Repubblica - esiste un problema tutto interno al Ppe: la delegazione polacca di Tusk che siede nel Ppe — e che rappresenta il governo popolare più importante attualmente in carica in Europa — non sarebbe disposta a seguire Weber nell’eventuale escalation contro socialisti e liberali, anche perché metterebbe a repentaglio la nascita della nuova Commissione. E questo anche perché tra i soci di maggioranza dei Conservatori c’è la formazione euroscettica del Pis dell’ex premier Mateusz Morawiecki, arcinemico proprio di Tusk.