Nucleare, mentre l'Italia sta arroccata sul no Macron fa mega affari in India
La Francia spinge con decisione sull'atomo per la transizione energetica: ricadute positive sul fronte occupazionale ma anche per gli affari all'estero
Macron da Modi per un accordo sull'energia nucleare
Mentre l'Italia continua a tentennare (legittimamente o meno) sull'energia nucleare, altri paesi europei ci fanno affari rilevanti. E' il caso (ancora una volta) della Francia. Emmanuel Macron è in arrivo a Nuova Delhi, in India, per incontrare il premier Narendra Modi. Nel menu dell'incontro compare tra le portate principali anche la cooperazione sull'atomo. L'India punta infatti a collaborare con la Francia per lo sviluppo di piccoli reattori nucleari modulari per ridurre la dipendenza del paese dal carbone e accelerare sulla strada della transizione energetica.
Secondo quanto anticipato da Bloomberg, Electricite de France SA e il Dipartimento indiano per l'energia atomica completeranno un accordo preliminare per collaborare su questa tecnologia. Non a caso, nella delegazione in partenza da Parigi compare anche l'amministratore delegato di Electricite de France SA Luc Remont. L'India, il terzo paese al mondo per emissioni di anidride carbonica, sta cercando di espandere rapidamente l'uso dell'energia nucleare nel prossimo decennio.
Anche la Russia e gli Stati Uniti si sono offerti di sviluppare congiuntamente un piccolo reattore modulare con l'India, ma Modi vede nella Francia un partner potenzialmente più adatto e meno "sensibile" dal punto di vista geopolitico. Non è certo un caso che nel suo secondo mandato Macron stia insistendo con forza sul nucleare. Il paese si sta dotando di "nuovi reattori nucleari di piccola taglia innovativi con una migliore gestione dei rifiuti", un tema che occupa una posizione centrale nel piano France 2030.
"Le 200 mila persone che lavorano nel settore nucleare in Francia rappresentano una fortuna perché ci permettono di essere tra i paesi che in Europa emettono meno tonnellate di CO2", ha affermato più volte Macron, che ha approntato investimenti da un miliardi di euro in piccoli reattori da sviluppare entro il decennio. Un fronte su cui si è data un'ulteriore accelerata dopo la guerra in Ucraina e la rottura della partnership energetica con la Russia. Portando a numerosi vantaggi anche sul fronte occupazionale.
L'Italia tentenna, Parigi continua a guadagnare sul nucleare
Nel contesto italiano, un recente studio di EY Europe prevede la generazione di valore aggiunto di 45 miliardi di euro, accompagnata da un risparmio di 400 miliardi rispetto a uno scenario basato solamente su fonti rinnovabili e centrali convenzionali. In termini occupazionali, si prevede la creazione di oltre mezzo milione di posti di lavoro a livello nazionale entro il 2050, così come la creazione di 52 mila nuovi posti di lavoro a tempo pieno nel breve termine, esclusivamente legati alla fase di costruzione.
Puntare sul nucleare non sta portando solo nuovi posti di lavoro, ma anche guadagni importanti all'estero. Il 13% dell'energia consumata nell'Ue nel 2019, già nel pre Covid, era coperta dalle fonti nucleari, addirittura il 32% considerando solo l'energia prodotta all'interno dell'Ue. Una quota letteralmente dominata dalla Francia. Mentre paesi come Germania e Belgio hanno deciso di rinunciare alle proprie centrali nucleari, la Francia raddoppia la scommessa sui reattori e passa all'incasso.
I guadagni arrivano anche dall'Asia, dove l'onda lunga di Fukushima si sta lentamente esaurendo. Non a caso, non solo India e Cina, ma anche lo stesso Giappone ha predisposto un piano per ampliare il ruolo del nucleare nel mix energetico nazionale.