Pd, Bonaccini tiene in bilico Fitto: "Misureremo il suo tasso di europeismo, poi decideremo se votarlo"
L'ex governatore dell'Emilia Romagna e ora europarlamentare: "Spetta a lui dare garanzie"
Pd, Bonaccini: "Il voto a Fitto? Sarà un giudizio non su di lui ma sull'intera Commissione. Dovranno convincerci"
Raffaele Fitto è stato scelto ufficialmente da von der Leyen come uno dei sei vicepresidenti esecutivi della sua squadra di governo a Bruxelles. Ma il ministro per gli Affari europei del governo Meloni non è ancora certo di poter occupare quella poltrona in Ue, visto che le nomine sono soggette al voto del Parlamento europeo. "Fitto dovrà, al pari degli altri Commissari, rispondere alle domande che porremo. Dipenderà da lui, - dice l'ex governatore dell'Emilia Romagna e ora europarlamentare Stefano Bonaccini a Il Corriere della Sera, non da noi. Sarà misurato nel concreto sul suo tasso di europeismo e sulle risposte che darà rispetto all'agenda che la maggioranza del Parlamento europeo ha fissato. Non ho pregiudizi personali, anzi, con lui ho collaborato davvero positivamente da presidente della mia Regione. Spetta a lui dare garanzie".
Leggi anche: Ursula bis: i falchi dell'austerity al centro del nuovo progetto europeo
"Non ci sarà - prosegue Bonaccini a Il Corriere - un voto su Fitto, ma sull'intera Commissione. Avere la vicepresidenza, peraltro insieme ad altri cinque Stati, tra cui alcuni piccoli, è un riconoscimento più al nostro Paese che al governo Meloni. Poi c'è la sostanza e purtroppo le deleghe significative stanno altrove: l'Italia esce ridimensionata, con un secco arretramento rispetto alla Commissione precedente. Perdiamo una delega di rilievo e ne portiamo a casa una piuttosto leggera. Inutile dire che in questo caso ci ha penalizzato la marginalità del nostro governo e il voto delle destre italiane su von der Leyen. Nel complesso un passo indietro, inutile minimizzare. Con questa destra l'Italia è più marginale, è evidente. Solo Meloni festeggia, e non si capisce proprio cosa".