"Pugni e pistola puntata, poi stuprata". Amit, una degli ostaggi di Hamas
Una avvocatessa 40enne di Kfar Aza è la prima testimone diretta di violenze da parte dei miliziani
Amit, le prime dichiarazioni di un ostaggio di Hamas. "La caviglia incatenata alla finestra, stuprata e derisa"
Per la prima volta un ostaggio di Hamas tornato in libertà rompe il silenzio e racconta tutto il suo calvario, iniziato il 7 ottobre scorso. A spiegare il trattamento riservato a chi è stato catturato dai miliziani e portato a Gaza, è Amit Soussana, 40 anni, avvocato nel campo della proprietà intellettuale. Il 7 ottobre la donna si trovava da sola nella sua casa nel kibbutz di Kfar Aza. Un video mostra la donna trascinata verso la Striscia da un gruppo di uomini, mentre cerca invano di ribellarsi. "Non volevo lasciare che mi portassero a Gaza come un oggetto, senza combattere - rivela la donna al New York Times e lo riporta Repubblica. La donna è stata tenuta in una camera da bambino, quasi sempre avvolta nell’oscurità, con la caviglia incatenata a una finestra, sorvegliata da un uomo, Muhammad, che spesso entrava nella stanza in mutande, chiedendole della sua vita sessuale e offrendosi di massaggiarle il corpo.
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Amit racconta alcuni di quei drammatici momenti. Ad esempio quando Muhammad l’ha costretta a fare una doccia. Dopo alcuni minuti è entrato in bagno. "Mi ha fatto sedere sul bordo della vasca. E ho chiuso le gambe. E ho resistito. E lui continuava a prendermi a pugni e a puntarmi la pistola in faccia", ha detto continuato. "Poi mi ha trascinato in camera da letto". A quel punto, sostiene Amit e lo riporta il Nyt - ha forzato la donna "a commettere con lui un atto sessuale". Poi Soussana ha raccontato di essere stata ammanettata e appesa a un bastone sospeso tra i due divani, causandole tanto dolore che temeva che i polsi le si slogassero, con gli aguzzini che continuavano a frustarla e a chiederle di rivelare non meglio specificate informazioni. "È durato circa 45 minuti", ha detto. "Mi picchiavano, ridevano e mi prendevano a calci, e chiamavano gli altri ostaggi per assistere". Il 30 novembre è stata liberata.