Putin e il tavolo lungo. Macron temeva il furto del suo Dna, tampone rifiutato

I leader europei non si fidano della Russia e cercano di evitare ogni contatto. Ossessionati dalla protezione dei loro dati biometrici

Esteri
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Putin e il tavolo lungo. La paura di dare il Dna ai Servizi segreti russi

E' satto svelato il mistero del tavolo lungo al Cremlino, quello diventato celebre in occasione delle visite in Russia a Putin, prima di Macron e poi di Scholz per trattare sulla questione della guerra in Ucraina. Arrivati a Mosca a distanza di una settimana uno dall’altro - si legge sul Corriere della Sera - i leader di Francia e Germania hanno entrambi rifiutato di fare il test molecolare per il Covid offerto dai servizi medici del Cremlino. Ma siccome era indispensabile per vedere il presidente russo, il presidente francese e il cancelliere tedesco si sono sottoposti a un Pcr eseguito dai medici delle rispettive ambasciate, con apparecchi portati dai rispettivi Paesi.

La ragione del rifiuto - prosegue il Corriere - è che Macron e Scholz non volevano che i russi entrassero in possesso dei loro dna. Florian Schimikowski, storico del Museo tedesco dello spionaggio svela il motivo. "I dati sono diventati merce preziosa e le tracce genetiche sono sicuramente quelle più sensibili e personali. Per i servizi segreti una vera miniera d’oro, anche soltanto a futura memoria". È un fatto che molte intelligence siano state da sempre interessate ai dati biometrici delle persone. Il caso della Russia non è isolato, dossier segreti svelano retroscena inediti relativi anche agli Stati Uniti. Hillary Clinton, quando era segretaria di Stato chiese di ottenere qualsiasi dettaglio, dna incluso, di capi di Stato africani in visita alla Casa Bianca.

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