Russia, addio alla stazione spaziale: "Ce ne faremo una nostra"

Verso la fine del simbolo del disgelo post guerra fredda. La tensione ora arriva anche nello spazio

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La Russia lascia la Stazione Spaziale Internazionale, simbolo del disgelo

La Russia intende ritirarsi dal progetto della Stazione Spaziale internazionale (Iss) nel 2024. Lo ha annunciato il nuovo capo dell'agenzia spaziale Roscosmos, Yuri Borisov, durante un incontro con il presidente russo Vladimir Putin. "Naturalmente rispetteremo i nostri impegni, ma la decisione di uscire dal progetto dopo il 2024 è stata presa", ha detto, specificando che per quella data dovrebbe essere iniziata la costruzione di una stazione spaziale russa.

Il precedente capo di Roscosmos, Dmitry Rogozin, ha più volte messo in discussione la cooperazione spaziale con gli Usa alla luce della guerra in Ucraina. E non aveva neanche escluso la possibilità di staccare il modulo russo dall'Iss per continuare ad operare in modo indipendente, suggerendo anche il possibile uso della stazione per monitoraggio di natura militare.

Robyn Gatens, direttore dell'Iss per la Nasa, ha fatto sapere che l'agenzia "non ha ricevuto nulla di ufficiale sulla notizia comunicata" e ha aggiunto che la Russia, proprio come gli Usa, "sta pensando alla transizione" verso il futuro, che potrebbe implicare lo sviluppo di strutture diverse dalla Stazione spaziale. Non è quindi detto che la decisione di Roscosmos sia un nuovo passaggio delle crescenti tensioni fra Mosca e Washington nel contesto dell'offensiva russa in Ucraina, lanciata a partire dallo scorso 24 febbraio. La costruzione Iss, che orbita a un'altitudine compresa fra i 330 e i 410 chilometri orari, è iniziata nel 1998. La struttura ospita personale umano dal novembre 2000 ed è ritenuta un esempio riuscito di cooperazione russo-americana post Guerra fredda.