Russia, così Cina e India salvano Putin dalle sanzioni: i dati sul petrolio

Svelati i numeri delle importazioni di petrolio di Pechino e Nuova Delhi da Mosca dopo l'invasione dell'Ucraina: così Putin può provare a fare a meno dell'Ue

Esteri
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Cina e India, i numeri dell'aumento delle importazioni di petrolio da Mosca

Undici milioni di tonnellate di petrolio in più. E nove miliardi di dollari in più. Sono i numeri che rendono manifesto l'aiuto che la Russia sta ricevendo da Cina e India sul fronte delle esportazioni energetiche e che fanno riferimento all'aumento di importazioni e spese sul petrolio da parte di Cina e India dalla Russia nel secondo trimestre del 2022, dopo l'inizio della guerra in Ucraina. Numeri che, rivelati da un'analisi del Financial Times condotta sulla base delle statistiche doganali cinesi e indiane, comunicano che Mosca sta attutendo ampiamente i colpi delle sanzioni occidentali (che peraltro non colpiscono l'energia) e sta progressivamente sostituendo l'Europa con Pechino e Nuova Delhi.

La Cina, già importante acquirente di greggio russo prima della guerra, ha acquistato 2 milioni di barili al giorno a maggio, con un aumento di 0,2-0,4 milioni al giorno rispetto a gennaio e febbraio. L'evidenza dell'aumento delle spedizioni verso l'India e la Cina arriva in un momento in cui gli Stati Uniti stanno spingendo gli importatori di petrolio russo, tra cui Nuova Delhi, ad unirsi al G7 nel sostenere un tetto ai prezzi per limitare le entrate di Mosca.

Richiesta rimasta inevasa. In molti ritengono che Cina e India non siano guidate da un desiderio consapevole di aiutare Vladimir Putin, ma che si stiano muovendo in tale direzione in modo "pragmatico" per perseguire i loro interessi visti i prezzi scontati offerti dal Cremlino verso i partner asiatici. Ma, ovviamente, crea di fatto un flusso di denaro che aiuta il Cremlino quando le esportazioni verso l'Europa vengono tagliate.

Soprattutto per l'India aumenti da record, ma gli Usa chiudono un occhio perché si illudono di poter "arruolare" Delhi

I porti e le raffinerie costiere dell'India sono facilmente raggiungibili dalle rotte di navigazione di paesi esportatori di petrolio molto più vicini della Russia, tra cui Arabia Saudita, Iraq ed Emirati Arabi Uniti. Ma la Russia è anche il principale fornitore di armi dell'India e, sebbene le informazioni sul mercato indiano delle importazioni di petrolio siano poco trasparenti, gli analisti hanno affermato di ritenere che Nuova Delhi stia anche approfittando degli sconti sui prezzi praticati dalla Russia.

Dall'invasione, il petrolio russo è stato scambiato con sconti fino a 30 dollari al barile rispetto al Brent, il parametro di riferimento internazionale. Ma il reddito totale che la Russia riceve è comunque superiore a quello del 2021 perché i prezzi globali sono saliti molto, con il petrolio che per la maggior parte dell'anno ha superato i 100 dollari per la prima volta dal 2014. 

I dati doganali cinesi riportati dal Financial Times indicano che le attuali importazioni di petrolio dalla Russia costano quasi quanto la minore quantità acquistata prima della guerra. Il valore unitario delle importazioni dall'Arabia Saudita, dagli Emirati Arabi Uniti, dall'Iraq e dall'Oman - le altre quattro principali fonti di petrolio greggio della Cina - è salito a 800 dollari a tonnellata nel secondo trimestre, mentre i costi di importazione dalla Russia sono rimasti a 700 dollari a tonnellata.

Secondo il Financial Times, l'India ha persino beneficiato di una riduzione dei prezzi rispetto al periodo prebellico. Le importazioni di petrolio dalla Russia sono costate in media 790 dollari a tonnellata nel primo trimestre, ma sono scese a 740 dollari a tonnellata nel secondo. E in effetti la crescita maggiore in termini di volume si è registrata in India, dove le importazioni di petrolio russo sono passate da 0,66 milioni di tonnellate nel primo trimestre a 8,42 milioni di tonnellate nel secondo.

Uno sconto maggiore da parte di Mosca per ingraziarsi un teorico partner degli Stati Uniti, che puntano molto su Nuova Delhi nella loro strategia di contenimento della Cina in Asia. Per questo sono disposti a chiudere con maggiore facilità un occhio o anche due sulle attività indiane in cooperazione con la Russia, visto che per Washington il rivale più pericoloso è proprio Pechino.

Ma la partecipazione comune ai Brics e alle esercitazioni militari congiunte Vostok 2022, nonché al forum economico di Vladivostok getta ulteriori dubbi sul fatto che l'India possa essere mai "arruolata" in qualsiasi iniziativa non solo anti russa ma anche anti cinese.