Russia, già finita l'avanzata ucraina a Kursk: colpito un blindato di Kiev prodotto in Italia

Il ministro della Difesa Guido Crosetto: "Noi veri amici di Kiev, l'invasione è una tattica di difesa"

di Redazione Esteri
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Mosca: colpito in Kursk un blindato ucraino prodotto in Italia

Il ministero della Difesa di Mosca ha affermato che un mezzo blindato di fabbricazione italiana Shield usato dalle truppe d'invasione ucraine è stato distrutto in un bombardamento nella regione russa di Kursk. L'incursione militare di Kiev, comunque, continua a preouccpare il Cremlino: "Sta creando un vero dilemma" per Vladimir Putin, ha detto il presidente americano Joe Biden aggiungendo che i funzionari di Washington sono in costante contatto con quelli di Kiev riguardo alla mossa Ucraina. Lo riportano i media Usa.

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Crosetto: "Noi veri amici di Kiev, invasione è tattica di difesa. Armi? So di che si parla. Norme italiane sono da rivedere"

"Affidabili, seri e saldi nell'azione a loro sostegno. Così ci giudicano gli ucraini, a partire da Zelensky. Allo stesso modo ci giudicano i nostri alleati della Ue e della Nato. In primis gli americani". Così in una lettera al Corriere della Sera il ministro della Difesa Guido Crosetto, rispondendo a un editoriale di Paolo Mieli pubblicato ieri sul quotidiano. "È certamente più facile - aggiunge -discutere di questa grave questione senza conoscere tecnicamente la materia. Ma se si vuole davvero del bene a questa nazione, non si dovrebbe giudicare con un occhio di parte, o con il gusto della polemica. Io ho spiegato subito, di fronte a chi parlava di aggressione, che l'attacco ucraino non è un'invasione ma una tattica difensiva, un modo per allentare la tensione in Ucraina, costringere i russi a spostare i propri uomini in Russia, che si pone l'obiettivo di ottenere un maggiore equilibrio sul campo, di trovarsi più forti davanti a un futuro, auspicabile, tavolo di pace.

E' stata una mossa razionale, con una logica sia di tecnica militare che di politica militare. Sulla quale ognuno di noi può avere dei propri giudizi. E' difficile accettare i giudizi espressi in modo grossolano che sfociano in assurde provocazioni, maligne ricostruzioni di una Meloni che mi avrebbe chiamato per rimproverarmi. Se ho espresso un giudizio sulla tattica Ucraina è perché è mio obbligo interrogarmi per chiedermi se questa scelta aiuti o indebolisca la causa Ucraina. Gli amici, i veri amici, non dicono sempre 'hai ragione'. E noi siamo veri amici degli ucraini". Rispetto all'uso delle armi "io so di cosa si parla, di come si usano, di chi ne autorizza l'uso, come avviene ogni dinamica di decisioni e di utilizzo. Come conosco le norme italiane che lo regolano. Diverse da quelle di altre nazioni. Inadeguate probabilmente ad affrontare il momento che viviamo".