"Ucraina, Trump dialoga con Putin in chiave anti-Cina. L'Ue ora alzi la testa e non sia più ancella di Washington" 

Elia Morelli, analista geopolitico e saggista. Intervista

Di Alberto Maggi
Esteri

"Oggi Washington vuole concentrarsi sulla sfida con Pechino, per questo intende scardinare l’allineamento tra Russia e Cina"


"I negoziati tra Trump e Putin, con Zelensky ad assistere in seconda fila, certificano la logica di potenza che muove gli imperi, palesando lo scadimento dell’Unione europea". Elia Morelli, ricercatore di storia (Università di Pisa), analista geopolitico e saggista, intervistato da Affaritaliani.it, commenta la frattura così netta tra Usa e mondo occidentale che non c'era dai tempi della guerra in Iraq, su quali prospettive ci siano ora per i rapporti Usa-Ue e su che ruolo possa giocare Giorgia Meloni. "Il Cremlino può spacciare la campagna militare ucraina come trionfale sul piano tattico, perché è riuscito a conquistare uno spazio ritenuto fondamentale per connettere la Federazione russa alla Crimea. La Casa Bianca può rivendicare la vittoria a livello strategico, perché ha accolto Svezia e Finlandia nella Nato trasformando il Mar Baltico in Lago Atlantico, rafforzando il contenimento ai danni della Russia. I trombettieri euro-atlantisti, rattristiti dalla momentanea esclusione dal tavolo delle trattative, dopo anni di propaganda bellicista, sono obbligati a un duro bagno di realtà".

"Le ramanzine di J.D. Vance e le sparate di Elon Musk contro i parassiti soci europei sono espressione di un’opinione diffusa in America, sintetizzata dall’inviata statunitense Victoria Nuland quando nel 2014, durante i preparativi della rivolta di Jevromajdan per rovesciare il presidente filo-russo Yanukovich, urlò: “Fanculo all’Ue!”. Oggi Washington vuole concentrarsi sulla sfida con Pechino, per questo intende scardinare l’allineamento tra Russia e Cina. E contemporaneamente chiede agli (ex) protetti europei sacrifici per aumentare la spesa nel settore degli armamenti, continuare ad acquistare il costoso gas americano, ripagare tramite i dazi lo scompenso commerciale", sottolinea l'analista.

"La rivoluzione degli assetti mondiali innescata dalla volontà di contrastare la supremazia planetaria a stelle e strisce, aggravata dal conflitto identitario e istituzionale interno agli Stati Uniti, genera una crisi esistenziale negli europei occidentali, chiamati a ridestarsi dal sonnambulismo post-storico nell’intento di trasformare l’attuale sconvolgimento in una finestra di opportunità. L’Italia in primis deve comprendere il suo ruolo: non in posizione ancillare a Washington, ma da protagonista attiva nel tutelare i suoi interessi in accordo con i partner europei. Siamo diversi dagli americani. È il momento di riacquistare libertà di manovra rimarcando le nostre differenze in nome dell’agognata autonomia strategica. Da qui l’impellente necessità di superare le divergenze, impegnandosi con gli alleati in iniziative comuni sul piano diplomatico e difensivo per ripristinare il dialogo con Mosca, garantire la protezione di Kiev e ricostruire una nuova architettura securitaria continentale", argomenta Morelli.

"Finora, vittime di tutto ciò gli ucraini, il cui dramma è di aver creduto nell’ipocrisia euro-atlantica, che forse rimpiangono la neutralità perduta, morti a migliaia in un conflitto tramutatosi in guerra per procura. Costretti a farsi rapinare territorialmente dalla Russia ed economicamente dagli Stati Uniti, nell’indifferenza (e impotenza) degli europei. Dalla lotta per l’indipendenza all’annunciato vassallaggio, in attesa del risveglio di un continente diviso", conclude.

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