Sanzioni a Putin, dopo 6 mesi il rublo sta bene e l'economia russa regge

L'inflazione in Russia è alta ma stabile da tre mesi. A soffrire è l'Europa: i prezzi del gas , infatti, sono molto superiori a quelli prospettati all'inizio

Esteri
Condividi su:

Sanzioni, Mosca regge. Va peggio all'Europa con il prezzo del gas

La guerra in Ucraina prosegue senza sosta ormai da sei mesi. Più o meno dallo stesso periodo sono state avviate dall'Europa sanzioni contro la Russia. Il bilancio della situazione però non sorride ai Paesi della Nato e non coincide con le previsioni fatte da Joe Biden. Il presidente degli Usa puntava - si legge sul Fatto Quotidiano - sul provocare una crisi economica di una portata tale da determinare un cambio politico in Russia: colpendo non solo le persone più vicine a Putin, ma anche le disponibilità estere delle principali banche russe e addirittura della banca centrale. Il collasso però, dopo sei mesi di guerra, non è avvenuto e probabilmente non avverrà, mentre i costi imposti all'Europa via prezzi energetici sono assai maggiori di quelli inizialmente prospettati ai cittadini del Vecchio continente.

Nel complesso - prosegue il Fatto - sono perciò aumentate le esportazioni e si sono ridotte le importazioni: e così Mosca nel primo semestre 2022 ha registrato un surplus di partite correnti di quasi 140 miliardi di dollari, già superiore rispetto a quello del 2021 e 4 volte quello del 2020. Circa la metà dei 300 miliardi di riserve valutarie che si dice siano stati congelati con le sanzioni, sono di fatto tornati nella disponibilità russa col saldo estero di soli sei mesi. Il risultato è che l’afflusso di valuta ha dato efficacia alle contromosse della banca centrale e permesso l’apprezzamento del rublo che, dopo l’avvio del sistema di pagamento del gas in rubli, ha raggiunto un valore superiore a quello che aveva prima dell'invasione in Ucraina. Il rischio di una spirale iper-inflattiva sembra insomma evitato: prezzi stabili negli ultimi 3 mesi.