Scontri per la bandiera a Jalalabad. Afghanistan, violenza talebana: 35 morti

Centinaia contro l'abolizione del vessillo nazionale

Esteri
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Sarebbero 35 i morti durante le proteste contro i talebani a Jalalabad, in Afghanistan, secondo quanto riporta Sky TG24, che cita una testimonianza esclusiva. "Oggi il popolo che abita nella provincia afgana chiamata Nangarhar è uscito in strada con le vecchie bandiere dell'Afghanistan.

Per fermarli, i talebani hanno sparato e ammazzato trentacinque persone", ha detto a Sky TG24 un testimone oculare della protesta avvenuta a Jalalabad, capoluogo della provincia orientale di Nangarhar. Finora il bilancio era fermo a tre morti.

A molta gente questo non piace, ma molti hanno dovuto rassegnarsi. Ma a Jalalabad non si sono rassegnati e qui c'è stata la resistenza di una buona fetta della comunità", scrive Rob McBride dell'emittente qatariota. 

A Bamiyan la statua di un eroe sciita anti talebano, Abdul Ali Mazari, è stata abbattuta dagli insorti. Lo hanno reso noto gli abitanti della città. Si tratta di un ex leader politico Hazara, la minoranza sciita in Afghanistan. 

Secondo quanto riporta Sky News, almeno 17 persone sono rimaste ferite oggi nella calca all'aeroporto di Kabul, dove da giorni migliaia di afgani si affollano nella speranza di lasciare il Paese: lo ha reso noto un funzionario della sicurezza della Nato. 

Intantio fonti dei Talebani e dell'ex presidente Hamid Karzai citate dalla televisione Tolo hanno detto che le due parti stanno lavorando per la formazione di un "governo inclusivo" in Afghanistan. L'annuncio fa seguito alla notizia che oggi l'ex presidente ha incontrato a Kabul Anas Haqqani, uno dei leader della Rete Haqqani, una forza militare jihadista che fa parte dei Talebani. Fonti vicine a Karzai hanno fatto sapere che lunedì lo stesso Karzai e Abdullah Abdullah, ex inviato governativo per la riconciliazione, hanno incontrato anche un altro esponente dei Talebani, Amir Khan Motaqi.