Seduta infuocata in Parlamento: Boris Johnson non si dimette e va all'attacco

Scontro durissimo col leader laburista Keir Starmer, definito "opportunista" dal Primo Ministro

Esteri
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Partygate: Boris Johnson non si dimette

Il Premier inglese ha partecipato a un’infuocata seduta parlamentare nella quale è stato sonoramente fischiato e duramente contestato da Keir Starmer, leader dell'opposizione laburista, che gli ha chiesto di lasciare la guida del Paese.  

“BoJo” ha risposto a Starmer accusandolo di essere uno "sfrenato opportunista" e che, fosse stato al suo Posto, "avrebbe tenuto il Paese in lockdown". Durissima la controreplica: "Se non capisci quanto sia significativo quello che è accaduto, devo davvero disperarmi. Quanti altri danni farà il governo al Paese per salvare la pelle a un premier non adatto al ruolo? Abbiamo un primo ministro sotto inchiesta, che non può lasciare il Paese, e il governo ne diventa sempre più complice ogni giorno che rifiuta di parlare, mentre i prezzi del carburante schizzano alle stelle".

Boris Johnson si è difeso rivendicando i risultati del suo governo, che "ha portato a casa risultati: ha portato a casa la Brexit e la più rapida campagna vaccinale d'Europa, il crimine + sceso del 10% e le offerte di lavoro sono a livelli record". Il Premier non ha quindi nessuna intenzione di dimettersi, ma sulle sue sorti saranno determinanti due inchieste sul “partygate”: quella inchiesta indipendente condotta dell'alta funzionaria Sue Gray e quella di Scotland Yard, con la quale Johnson ha comunque affermato di voler continuare a collaborare.