Stato di diritto, Von der Leyen: "Polonia mette in discussione basi Ue"

Botta e risposta col premier polacco, Morawiecki: "Polexit è menzogna"

Ursula von der Leyen Lapresse
Esteri
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Stato di diritto Polonia, "La sentenza mette in discussione basi Ue" afferma Von der Leyen, "Non tollereremo". Morawiecki: "L'Ue è il nostro posto ma non è uno Stato"

"La Commissione europea sta analizzando la sentenza della Corte suprema polacca ma posso già dirvi oggi che sono fortemente preoccupata perché essa mette in discussione la base dell’Unione europea. Costitutisce una sfida diretta all’unità degli ordinamenti giuridici europei". Sono le parole della presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, nel dibattito al Parlamento europeo sullo Stato di diritto in Polonia. 

"Non possiamo permettere e non permetteremo che i nostri valori comuni siano messi a rischio", continua Von der Leyen. "La Commissione agirà e le opzioni sono tutte note. La prima opzione è la procedura d’infrazione per impugnare legalmente la sentenza del Tribunale costituzionale polacco”. “Un'altra opzione è il meccanismo di condizionalità e altri strumenti finanziari”, ha aggiunto la presidente. “Il Governo polacco - ha sottolineato - deve spiegarci come intende proteggere i fondi europei, vista questa sentenza della sua Corte costituzionale”.

"È la prima volta in assoluto - aggiunge la presidente - che il tribunale di uno Stato membro rileva l'incompatibilità dei Trattati Ue con la Costituzione nazionale. E questo ha gravi conseguenze per il popolo polacco perché la decisione ha un impatto diretto sulla protezione della magistratura". 

Von der Leyen già l'8 ottobre aveva reso manifesta l'intenzione di tenere la barra dritta. A poche ore dalla sentenza aveva ribadito che "il diritto Europeo mantiene il primato su quelli nazionali" e di voler "utilizzare tutti gli strumenti necessari per garantirlo".

La sentenza della Corte Costituzionale polacca ha ravvivato lo scontro fra forze europeiste e sovraniste. Anche in Italia. Dichiarando incostituzionale parte del trattato di adesione di Varsavia all'Unione Europea, infatti, i supremi giudici polacchi hanno di fatto sancito la preminenza del diritto dello stato polacco su quello europeo.

La replica del premier polacco Morawiecki

Morawiecki replica facendo sapere di non accettare nessun ricatto dall'Unione ma allostesso tempo ribadisce che il posto di Varsavia rimane è l'Ue. Il premier polacco nel suo intervento al dibattito in plenaria al Parlamento europeo sullo Stato di diritto in Polonia, elenca i problemi della Polonia, l'immigrazione, la minaccia russa, la crisi energetica,  e dichiara: "Non vogliamo andare altrove, l'Europa è il nostro posto, ma questo non vuol dire che i cittadini polacchi non siano preoccupati per il loro futuro - ha dichiarato-. L'Unione europea non è uno Stato, come i 27 Stati membri dell'Unione europea che rimangono sovrani, al di sopra dei Trattati, e sono gli Stati membri che decidono quali competenze vengono trasferite all'Ue".

Il premier polacco ha aggiunto di rifiutare ricatti e ha citato la Corte tedesca, quella francese e quella italiana per dimostrare l'importanza delle Corti nazionali: "La Costituzione è la legge suprema del nostro Paese che ha la priorità sull'Unione europea".

"Se volete uno superstato europeo dovete chiederlo agli Stati e alle popolazioni europee. Il diritto primario è incarnato nella costituzione polacca e viene prima di qualunque altra fonte di diritto: questo elemento non può essere aggirato. In ogni caso la corte polacca non ha mai affermato che le norme del trattato Ue sono in toto inconciliabili con la costituzione nazionale".

"Bisogna dire basta, le competenze dell'Unione europea hanno dei limiti, non si può continuare a tacere nel momento in cui vengono oltrepassati questi limiti. Per questo diciamo sì all'universalismo europeo e no al centralismo europeo", ha ribadito il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki.

Polonia-Unione europea, Morawiecki: "Parlare di Polexit è menzogna"

"Parlare di violazioni dello Stato di diritto o di Polexit, sono menzogne. Vanno dette le cose come sono", ha aggiunto il primo ministro polacco nel suo intervento al dibattito in plenaria al Parlamento europeo sullo Stato di diritto in Polonia. "Comprendo lo stupore per la sentenza ma io andrei a leggere la sentenza", ha aggiunto.