Stupri di serie A e di serie B: le femministe tacciono sulle violenze di Hamas

Israele richiama l’ambasciatore all'Onu dopo i silenzi sulla pubblicazione di un Rapporto sulle violenze sessuali di Hamas

Di Giuseppe Vatinno
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Onu: Israele richiama l’ambasciatore

“Ho ordinato al nostro ambasciatore all’Onu, Gilad Erdan, di ritornare in Israele per consultazioni immediate in seguito al tentativo di mettere a tacere le informazioni sugli stupri di massa commessi da Hamas e dai suoi collaboratori il 7 ottobre”, così il ministro degli Esteri Israel Katz.

Infatti un rapporto dell’Onu pubblicato ieri afferma che: “Ci sono buone ragioni per credere che vi siano state violenze sessuali, compresi stupri, durante gli attacchi di Hamas del 7 ottobre” e che inoltre “tali violenze siano ancora in corso”.

Le conclusioni sono molto precise: “Violenza sessuale, mutilazione genitale, tortura sessualizzata e trattamenti inumani” e questo nonostante Israele non avesse collaborato alla stesura del rapporto proprio perché non aveva fiducia nell’Onu. Il rapporto è stato presentato da Pramila Patten, rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la violenza sessuale nei conflitti. Subito il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha fatto replicare il suo portavoce

Stephane Dujarric: “Il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres in nessun caso ha fatto nulla per sopprimere il rapporto sulle accuse di violenza sessuale durante gli attacchi di Hamas del 7 ottobre”.

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Il rapporto Onu è basato su testimonianze ed interviste e sostiene che: “I terroristi di Hamas hanno fatto ricorso a pratiche sadiche con la finalità di accrescere le umiliazioni ed il terrore provocati dalle sevizie sessuali”. C’è anche da dire che a novembre scorso c’era stato anche un dettagliato articolo del New York Times a riguardo e su Youtube c’era un video in cui si vedevano scene terribili con militanti di Hamas che giocavano a calcio con i genitali femminili amputati.

Detto questo, c’è da registrare il silenzio dei movimenti femministi internazionali e delle femministe italiane in particolare, quasi che la violenza sessuale abbia un colore politico.

Le femministe italiane sono quasi tutte schierate con Hamas perché schierata con Hamas è la sinistra italiana e mondiale. L’associazione “Setteottobre” organizza alla vigilia dell’8 marzo una maratona oratoria con donne della cultura, delle istituzioni e della politica che non si riconoscono nei silenzi dei movimenti femministi. L’appuntamento è per giovedì 7 marzo a Piazza Santi Apostoli a Roma.

L’obiettivo è quello di far riconoscere quanto avvenuto in Israele ad opera di Hamas: “femminicidio, stupro di massa e crimine contro l’umanità”. Infatti un termine così utilizzato come “femminicidio” è improvvisamente scomparso dal vocabolario dei media per quanto riguarda l’accaduto.

Sarebbe bello vedere le varie Commissioni pari opportunità di Fnsi, Odg, Usigrai e Giulia e le altre, di solito così leste a pronunciarsi su queste questioni, schierarsi nettamente contro quanto è accaduto e ancora accade in Palestina.

Sarebbe bello vedere che oltre al “minuto di silenzio per i giornalisti palestinesi uccisi nella guerra con Israele” (Ifj e Fnsi) ce ne fosse uno per ricordare gli stupri delle donne israeliane.

Ma è evidente che ci sono vittime di serie A e vittime di serie B. Le donne israeliane stuprate appartengono alla seconda classe.