Chi è Susie Wiles, la stratega di ghiaccio di Donald Trump e prima donna capo di gabinetto. Il ritratto della mente dietro la vittoria del presidente Usa

Donna schiva e lontana dai riflettori, Wiles ha lavorato con Trump già durante la campagna elettorale del 2016, ma anche come vicedirettrice di Ronald Reagan e affiancando il governatore Ron DeSantis

di Rosa Nasti

Susie Wiles

Esteri

Susie Wiles, ecco chi è la prima donna capo di gabinetto alla Casa Bianca al fianco di Donald Trump

Se la vittoria di Kamala Harris avrebbe soddisfatto chi reclamava una donna al governo, Donald Trump, con il suo trionfo, ha scelto un altro modo per "colmare" questo bisogno. Susie Wiles, la "donna di ghiaccio" (Ice baby) per i più, entra nella storia come la prima donna a ricoprire il ruolo di capo di gabinetto alla Casa Bianca. 

Susie Wiles è la donna "invisibile" di Donald Trump: sfugge alle telecamere, schiva il palco. Mentre il circo mediatico e politico che ruota intorno a Trump si gonfia di ego e facce note, Wiles costruisce la sua reputazione lontano dai riflettori, silenziosa ma implacabile, l’unica in grado di contenere gli scatti di rabbia del presidente eletto e di farlo ragionare. Le deve molto, Trump: è stata lei a risollevare la sua immagine dopo l’assalto al Campidoglio e la sconfitta del 2020, ed è sempre lei che ha saputo trasformare i suoi capricci in una strategia vincente per il trionfo della recente campagna elettorale.

"Susie è tenace, intelligente, innovativa ed è universalmente ammirata e rispettata", così la descrive Donald. Scegliendola come capa di gabinetto, Trump rompe gli schemi, almeno sul piano formale. Wiles è lontana anni luce dall’estetica glamour delle figure femminili a cui il tycoon è abituato: niente tacchi alti, niente trucco pesante, nessun look appariscente. In un contento in cui l’apparenza spesso conta quanto il potere, Wiles è riuscita a mantenere il controllo senza scendere a compromessi estetici o caratteriali.

Ma non è solo questione di look. Wiles, 67 anni, originaria del New Jersey e figlia di Pat Summerall, ex giocatore della NFL e giornalista sportivo, non è una debuttante. Nel mondo delle campagne elettorali e, sebbene non sia nota negli ambienti di Washington, ha alle spalle una carriera che affonda le radici nella politica americana degli anni '80, partendo dalla campagna di Reagan nel 1980, o affiancando membri del Congresso tra cui il senatore Rick Scott, fino al governatore della Florida Ron DeSantis, che l'ha poi licenziata. Ma Wiles non si è persa d'animo: è tornata a servire il tycoon, con cui aveva già collaborato nel 2016 per gestire la campagna in Florida. Ed è ancora lei la mente vincente, insieme a Chris LaCivita, dietro i 73 milioni di voti dei Trump, conquistando il consenso del voto popolare.

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Questo incarico arriva in un momento decisivo: con soli 75 giorni per riorganizzare una squadra di 4.000 persone, Trump si affida alla sua più leale consigliera, consapevole che, con Wiles, ogni decisione passerà al vaglio di una mano ferma e non di un fanatico. Con il suo carattere schivo e la conoscenza chirurgica della politica repubblicana, Wiles sarà il filtro che decide cosa e chi può arrivare a Trump. Considerando, però, che la prima amministrazione del tycoon è stata segnata da fughe di notizie e rimpasti continui, il suo vero nemico ora sarà la memoria dei fallimenti passati e la pressione di chi, come Elon Musk, orbita intorno a Trump con ambizioni forse un po' difficili da arginare. Ma se c’è qualcuno in grado di mantenere la barra dritta e evitare derive disastrose, quella è Susie Wiles. Trump non poteva scegliere di meglio, e forse nemmeno lui sa ancora quanto ne avrà bisogno.

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