Trump a Pence: "Sei un cagasotto". Tentò di evitare l'assalto a Capitol Hill

Un testimone racconta della telefonata di fuoco tra il presidente e il suo vice. Il cerchio intorno al tycoon si stringe sempre di più

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Assalto Capitol Hill, Trump e la litigata col suo vice. I dettagli

L'assalto del 6 gennaio 2021 a Capitol Hill a Washington resta una vicenda ancora tutta da chiarire. E' in corso il processo negli Usa per accertare i fatti di quella storica invasione del palazzo del Congresso degli Stati Uniti. Donald Trump, stando alla ricostruzione dei fatti, - si legge sul Corriere della Sera - cercò in tutti i modi di convincere il suo vice, Mike Pence, a non ratificare il voto dei 50 Stati nella cerimonia prevista al Congresso, il 6 gennaio. Quella stessa mattina, Trump invitò tutta la sua famiglia nello Studio Ovale. A un certo punto telefonò al suo vice. Diversi testimoni hanno raccontato che cosa sentirono. I vanka Trump, allora consigliera del padre, ha riferito: "La conversazione era molto calda, non lo avevo mai sentito parlare così con il suo vice". C’era anche Nicholas Luna, un altro collaboratore: "Ho sentito il presidente ripetere: "Sei un cagasotto".

Ma il vero regista della frattura fu un giurista, John Eastman, - prosegue il Corriere - che dal palco disse: "La legge consente al vice presidente di annullare i voti truccati o rimandare le schede incerte agli Stati". Una teoria totalmente infondata. Ma Pence, dopo una serie di consultazioni, si era convinto che quella "fosse roba da manicomio". I due legali, Eastman e Jacob, entrarono nei dettagli giuridici. E alla fine, secondo Jacob, l’interlocutore riconobbe che effettivamente la sua impostazione fosse «illegale» e che sarebbe stata bocciata all’unanimità («9 a zero») dalla Corte Suprema. Il segnale che Trump sapeva che tutta l'operazione messa in piedi in realtà non aveva fondamenti giuridici.