Trump ha fatto "cappotto", ai repubblicani anche la maggioranza alla Camera. Controllo totale del Congresso

Il tycoon ha scelto anche il Segretario di Stato: sarà Marco Rubio. Il senatore, sulla guerra in Ucraina, ha dichiarato che serve "una conclusione"

di Redazione Esteri

Donald Trump, arriva dopo la vittoria alla festa di veglia elettorale al Palm Beach Convention Center.

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Usa, ai repubblicani anche la Camera. Nominato il capo delle "espulsioni di massa", l'ex poliziotto che separava le mamme dai loro figli

Lo spoglio dei voti delle elezioni negli Stati Uniti si è quasi concluso e ormai non ci sono più dubbi, i repubblicani si sono presi tutto, democratici battuti nettamente. Donald Trump non ha conquistato solo la Casa Bianca, ma anche l'intero Congresso. I Repubblicani hanno infatti confermato la maggioranza alla Camera. Secondo le proiezioni di Decision Desk, i conservatori hanno conquistato il seggio numero 218, raggiungendo il numero minimo per ottenere la maggioranza. Il successo alla Camera bassa si aggiunge a quello dei 312 grandi elettori e a quello relativo al voto popolare, il tycoon ha conquistato circa 5 milioni di voti in più di Kamala Harris. Con una maggioranza così schiacciante al Congresso i repubblicani almeno per i primi due anni di governo non avranno ostacoli.

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Ma Trump sta anche accelerando sulle nomine per la sua squadra. Un ruolo cruciale nella sua amministrazione con due guerre in corso lo avrà sicuramente il Segretario di Stato e il tycoon ha fatto la sua scelta. Trump intende nominare il senatore Marco Rubio per quel ruolo. Lo hanno riferito tre fonti informate al New York Times. Rubio è stato eletto al Senato nel 2010 ed è sempre stato un falco in politica estera, adottando linee dure nei confronti della Cina e dell'Iran in particolare. Sulla guerra in Ucraina di recente ha dichiarato che serve "una conclusione". Nonostante sia stato scartato come vicepresidente, il senatore della Florida è rimasto fedele a Trump e ha tenuto diversi eventi e comizi in suo favore.

Trump ha scelto anche il capo per il suo piano di "espulsione di massa", si tratta di un ex poliziotto dalla fama di duro: diventerà presto familiare il volto squadrato di Thomas Douglas Homan, nominato per occuparsi degli undici milioni di immigrati illegali, come annunciato dal tycoon durante la sua campagna elettorale. La sua figura è diventata controversa quando nel 2017, sotto la presidenza Trump, aveva avviato una spietata politica di separazione dei bambini dai genitori entrati negli Stati Uniti illegalmente. Homen separò più di quattromila bambini dai loro genitori, ma non è chiaro se verrà riproposto lo stesso modello. Il criterio di espulsione di massa, ha annunciato ieri Homan, “metterà al primo posto gli illegali che rappresentano una minaccia alla sicurezza pubblica e interna” e i primi raid si concentreranno nei luoghi di lavoro. Homan ha aggiunto che anche gli immigrati che non hanno commesso reati ma sono stati raggiunti da ordini d’espulsione finiranno in cima alla lista.

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