Trump l'imperialista: ma le mire su Panama, Groenlandia e Canada non sono solo megalomania

Trump, che vagheggia di conquistare Panama e Groenlandia e annettere il Canada. Sullo sfondo la sfida mondiale per l'indipendenza energetica. "Ma il presidente vuole anche entrare nella storia". L'intervista a Tirinnanzi

di Samuel Botti
Esteri

Trump l'imperialista: ma le mire su Panama, Groenlandia e Canada non sono solo megalomania

Donald Trump rende incendiario il countdown verso il suo insediamento nello studio ovale della Casa Bianca. E le sue dichiarazioni nella conferenza stampa a tutto campo di martedì 7 gennaio fanno il giro del mondo. The Donald ha infatto esternato l'intenzione di modificare i confini degli Stati Uniti, ventilando l'annessione - anche con l'uso della forza - dello stretto di Panama e della Groenlandia. Poi, su Truth, due post con i quali sembra estendere le sue mire anche al Canada. Citando l’appena defunto ex presidente Jimmy Carter, Trump lo ha definito una “brava persona” che tuttavia avrebbe commesso “l’errore di dare via il Canale". Quanto dobbiamo prendere sul serio le dichiarazioni del presidente Usa? Ne abbiamo parlato con Luciano Tirinnanzi, editore ed esperto di geopolitica. "Trump vuole entrare nella storia ma ignora le relazioni internazionali. Stiamo assistendo ad un risveglio degli imperialismi a livello mondiale". L’intervista.

Tirinnanzi, un commento sulle mire espansionistiche di Donald Trump

Donald Trump ha due modi di vedere la politica estera: ovviamente quello americano-centrico e quello imperialista.  Perché vuole la Groenlandia? Per le terre rare. Perché è un ponte verso l’Europa. Perché da lì, con lo scioglimento dei ghiacci, passeranno le nuove rotte commerciali. E questo fa il paio con il motivo per cui vuole Panama: perché ha in corso questa sfida importantissima con la Cina. L'Artico è la nuova frontiera, è là dove i grandi imperi, cinese, russo e americano, punteranno nei prossimi anni. Trump mira all'indipendenza energetica totale, in modo da stritolare Cina e Russia per non avere più bisogno di loro, e non avere più bisogno del Medio Oriente. Ma Trump vuole un'altra cosa: rimanere nella storia. Lui, che è un megalomane, ovviamente crede di poter fare tutto questo, compreso l'acquisizione del Canada con una stretta di mano. Ma c'è un problema molto importante. Il Canada è formalmente dipendente dall'Inghilterra e quindi dalla monarchia inglese. Per cui Trump dovrebbe essere un po’ più alfabetizzato su quello che riguarda le relazioni internazionali.

Perché Trump fa tutto questo?

Perché è un imperialista. L'impero americano non fa altro che alimentare sé stesso. Oggi siamo nella condizione in cui c'è un risveglio degli imperi: la Cina vuole espandersi verso Taiwan, e quindi ha una politica espansionistica. La Russia si è espansa in Ucraina e vuole continuare a espandersi in Africa, così come la Cina. L'America vuole espandersi e curare il proprio giardino di casa, dunque Panama, dunque l'Argentina, dunque il Sudamerica, dunque il Messico, dunque il Canada. Il fatto che voglia rinominare il Golfo del Messico in “Golfo d'America” la dice lunga su quale progetto abbia Donald Trump è la sua accolita di uomini di fiducia.

E il Medio Oriente?

Il governo degli Stati Uniti vuole solo dare una dimostrazione di forza in Medio Oriente. Vogliono risolvere il conflitto di Israele non per un interesse precipuo nella zona, ma perché si tratta solamente di un palcoscenico attraverso il quale si dimostra chi è in grado di gestire e risolvere le situazioni, perché non è un settore critico. Il settore critico sono ovviamente Panama e Groenlandia, perché da lì passeranno i futuri scambi commerciali.

Il Trump 2.0 da isolazionista a espansionista...

C'è un ritorno prepotente nel pianeta degli imperialismi, scatenato dalla guerra di Putin. L'America dimostra con Trump non solo di non essere da meno, ma di voler ritrovare quel ruolo di leadership nel mondo che aveva pian piano abbandonato dopo aver adottato una politica di desistenza. Se il primo Trump era isolazionista, il secondo Trump invece punta all'espansione.  Questa è l'epoca in cui cambiano i confini; le frontiere, non solo non sono state abbattute, ma diventano più importanti, se ne tracciano di nuove. Questo è il vero scopo che sta dietro alle sparate, che tanto sparate non sono, di Donald Trump. Probabilmente non riuscirà a fare tutto quello che vuole, ma anche se ne facesse la metà sarebbe comunque una dimostrazione di forza.  Il nuovo confine è il cielo, e in questo Elon Musk ha le idee molto chiare. Gli Stati Uniti vogliono conquistare anche le stelle e questo sarà l'ultimo tassello che l'amministrazione Trump vorrà sicuramente raggiungere.

Un protagonismo che ha riguardato anche l'Italia.

Lo si vede anche nel caso di Cecilia Sala, che è stata rilasciata e sta tornando in Italia. E l'Italia, via Musk, è riuscita a fare quello che nessuna credeva sarebbe riuscita a fare.  Meloni ha battuto un colpo. Questo è il nuovo stile dell'amministrazione americana, cioè avere un filo diretto con queste persone, bypassando quelli che sono diplomazie e modus operandi tipici delle relazioni internazionali tra Stati.

 

Tags:
canadagroenlandiapanamatrump