Elezioni Usa, la sinistra ha perso il voto tradizionale della classe operaia e di quella agricola

Ecco perché la destra vince quasi ovunque. L'analisi

di Vincenzo Caccioppoli

kamala harris

 

Esteri

La sinistra rimane ancorata alla sua woke culture, duramente, non a caso, attaccata proprio da Elon Musk


Donald Trump sarà il 47 esimo presidente degli Stati Uniti. Ha vinto malgrado molti nelle ultime settimane pensavano avrebbe perso. Il sondaggio dell’ultima ora sull’Iowa stato storicamente repubblicano, che dava la Harris avanti di tre punti, aveva acceso le speranze dei democratici. Ma i sondaggi si sa sono fatti proprio per essere smentiti e le sensazioni che si avevano girando in lungo e in largo gli Stati del Midwest, quelli che da sempre decidono le sorti delle elezioni presidenziali, lasciavano intendere invece che i repubblicani fossero in nett9o vantaggio. Trump è il secondo presidente nella storia (il primo fu nel lontano 1893 Grover Cleveland) ad essere rieletto, dopo esser stato per quattro anni all’opposizione, e questa la dice lunga su quanto l’uomo abbia attecchito nella percezione degli americani in questi anni, soprattutto anche alla luce di quanto accaduto nel gennaio del 2021 a Capitol Hill. Ma ancora una volta occorre dire che pare evidente il fatto che abbia vinto la concretezza e il realismo contro le ideologie della sinistra, come ha giustamente osservato il sottosegretario alla presidenza del consiglio Giovanbattista Fazzolari in una nota: "Negli Stati Uniti, come in Italia due anni fa, ha vinto il Paese reale. Hanno vinto le persone comuni che chiedono sicurezza e contrasto all'immigrazione illegale di massa, che sono preoccupate per il loro lavoro e per il loro futuro e cercano risposte ai problemi concreti”.  

Un’analisi che sembra non fare una grinza, perché sintetizza alla perfezione quello che appare essere accaduto ieri in America, così come a giugno nelle elezioni europee, e in buona parte delle elezioni che si sono svolte, a livello nazionale, in questi ultimi due anni, in mezza Europa. La destra vince quasi ovunque, perché si mostra la forza più credibile per dare quelle risposte che la gente comune attende sulle questioni fondamentali, come quelle legate alla sicurezza, all’immigrazione irregolare, al lavoro. Dagli Usa arriva un messaggio forte e chiara a quanti continuano in Italia ed in Europa ad usare come una clava l’arma spuntata del pericolo di deriva antidemocratica, nel caso salgano al governo le destre. Ed è stato forse proprio il governo Meloni, in questi due anni, a dare un segnale più che rassicurante a quanti magari potrebbero avere qualche dubbio sulla tenuta democratica del centro destra al potere. La sua postura in politica estera l’ha resa una delle leader più autorevoli in Europa, ben più dei sempre più indeboliti Scholz, Macron e lo stesso Sanchez in Spagna, travolto dagli scandali e dalle drammatiche conseguenze della alluvione a Valencia. Il fatto che anche Wall street tifasse per Trump, allo stesso modo della classe operaia e di quella rurale, dimostra come ormai il consenso della sinistra si sia ristretto sempre più alla cerchia dei ricchi intellettuali snob e radical chic e a quello che mondo patinato delle stelle del cinema e di quelle della musica, come Taylor Swift. 

La netta vittoria nel voto popolare, oltre a quella per la conquista della maggioranza al Senato, è una mazzata terribile, non tanto e non solo per la povera Kamala Harris, che appare sempre più come un povero agnello sacrificale, ma per quell’establishment di sinistra, legato strettamente ai clan Obama e Clinton, che sono ormai visti come il fumo negli occhi sia dalla middle class che dal mondo produttivo americano. Ma anche la Silicon Valley sembra cominciare ad avere più di un dubbio sul partito democratico, non solo per la diretta partecipazione e sostegno dell’eccentrico miliardario Elon Musk alla campagna di Trump, ma anche per le prese di distanze da parte di Jeff Bezos e di Mark Zuckerberg, in merito ad un endorsment verso la Harris, mostra come quel filo diretto, che ha sempre legato il mondo tech al mondo democratico si sta quantomeno incrinando. La sinistra rimane ancorata alla sua woke culture, duramente, non a caso, attaccata proprio da Elon Musk, che pretende di definire quello che è giusto fare o dire e quello che invece non lo sarebbe, secondo il solito falso moralismo tipico della sinistra mondiale. La sinistra in America ha dimostrato, così come quella italiana o quella francese tedesca per non parlare di quella spagnola, di essere profondamente divisa al suo interno e la scelta della candidata Harris (per alcuni troppo debole e perdente fin dall’inizio) ne è un chiaro esempio. 

La sinistra è lacerata perché non riesce trovare né leader, né proposte credibili.  Alla sinistra non rimane che pescare ormai nell’unico sicuro serbatoio di voti che sembra esserle rimasto e cioè quello che abita le Ztl o i quartieri più chic delle grandi aree metropolitane. C'è un dato che in queste elezioni dimostra molto meglio di tante parole questo fatto, ed è quello del district of Columbia, quello della capitale Washington, dove i democratici raccolgono quasi un plebiscito con il 92% dei voti. La sinistra ha perso il voto tradizionale della classe operaia e di quella agricola perché non non ha più il contatto con i veri problemi, perso nelle sue battaglie ideologiche ed identitarie in difesa dei diritti civili delle supposte minoranze. La sinistra invece come unica risposta a questo, sventola l'unica paura che, forse per fortuna e a ragione, la gente comune non sente né concreta nè reale, almeno in occidente, e cioè l’ipotesi del ritorno di un regime antidemocratico e illiberale. Fino a che la sinistra non finirà di autocelebrarsi come l’unico paladino delle libertà democratiche e dei diritti democratici contro il rischio della deriva antidemocratica (così come avviene quasi quotidianamente dal 2022 in Italia, ma anche in Europa, per esempio. nei confronti del presidente Orbán, legittimamente eletto e trattato invece come un vero e proprio appestato dalle cancellerie europee, forse con la unica eccezione del governo italiano) continuerà a perdere e a leccarsi le ferite in vista della prossima probabile ennesima delusione. La supponenza e lo snobismo della sinistra viene anche dimostrata plasticamente dal mancato riconoscimento da parte della Harris (proprio come aveva fatto nel 2016 la Clinton) di quella che appare sempre come una vittoria schiacciante a dell’avversario. Se Trump nel 2020 aveva fatto anche di peggio (anche se in una situazione oggettivamente ben differente da quella attuale) non giustifica certo un comportamento da parte della Harris, che denota un certo disprezzo per le normali regole democratiche. Ed anche questo fa parte della fondamentale incoerenza della sinistra, sempre pronta a predicare bene ma poi a razzolare male.



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