Ucraina, il generale Camporini: "Sanzioni e aiuti funzionano, ora l'incognita è Trump"

Il generale Camporini ad Affari: "Senza aiuti e sanzioni, nonostante le triangolazioni russe, l'Ucraina sarebbe capitolata da tempo. Cosa vuole Mosca è chiaro, Trump negozierà ma vuole adeguate contropartite"

di Samuel Botti

Vincenzo Camporini

Esteri

Ucraina, li generale Camporini: "Sanzioni e aiuti funzionano, ora l'incognita è Trump"

Il governo italiano ha dato il via libera ad un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina. Il decimo per l’esattezza dall’inizio della guerra, che verrà illustrato mercoledì al Copasir dal ministro della Difesa Guido Crosetto. Parallelamente, il Consiglio Ue ha approvato il 15esimo pacchetto di sanzioni contro Mosca. Questa volta, le sanzioni sono mirate ad ostacolare la “flotta ombra” russa, termine con cui si fa riferimento all’uso russo di vecchie petroliere, spesso non assicurate e di proprietà poco chiare, per esportare il suo petrolio greggio all’estero, nonostante le sanzioni internazionali. Inoltre, ad essere colpiti saranno anche alcuni funzionari della Corea del Nord e delle entità cinesi responsabili della fornitura di droni alla Russia.

Quella di sanzioni e aiuti militari è una strada che viaggia quasi in parallelo dall’inizio della guerra. Ne abbiamo parlato con il generale dell’Aeronautica Militare Vincenzo Camporini: "Aiuti e sanzioni? Abbiamo l’evidenza della loro efficacia. Trump resta un’incognita, ma dai russi vorrà una contropartita soddisfacente". L’intervista.

Il governo italiano ha dato l’ok ad un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina, mentre il Consiglio Ue ha adottato il 15esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Tutto ciò è ancora efficace?

Abbiamo l'evidenza dell'efficacia. Se così non fosse, lo strapotere delle forze armate russe avrebbe già avuto ragione chissà quante volte sull'Ucraina.  Invece, c'è una faticosissima avanzata che costa prezzi elevatissimi con un'Ucraina che, nonostante le difficoltà che deve sopportare, comunque vuole continuare la sua lotta. Quindi, questa politica di aiuti militari è efficace. Potrebbe esserlo di più, così come le sanzioni, se non ci fossero tutte le scappatoie che vengono trovate in queste circostanze: abbiamo avuto ampia dimostrazione del fatto che, attraverso triangolazioni, beni che dovrebbero essere sotto embargo riescono comunque ad arrivare in Russia. Certo, con difficoltà e a costi molto elevati, il che mette a dura prova anche le finanze russe, come vediamo dal crescente valore del dollaro sul mercato interno e dal tasso di sconto, attualmente al 21% e che probabilmente salirà al 25%, cosa che mai ci saremmo immaginati di vedere in un paese sviluppato.

Quanto si può andare avanti così?

Dipende da due fattori: la volontà ucraina di resistere e la volontà occidentale di continuare a supportarla.  Sul primo punto, credo che le dimostrazioni finora date diano la sensazione che non ci sia una volontà di resa, che non ci sia una crescente volontà di appeasement. Sul supporto da parte occidentale è chiaro che ci sono tutti i dubbi che vengono dall’instabilità dei governi occidentali e dal quesito su che cosa farà Trump.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dichiarato che "l’Italia è al fianco di Kiev nell’impegno a 360 gradi per una pace giusta, che non può essere la resa ucraina". Si può raggiungere questa pace considerando la posizione russa a riguardo?

Abbiamo tutte le evidenze che l’ideologia russa sia quella di creare non solo uno stato cuscinetto, ma uno stato vassallo come la Bielorussia. Questa è l'evidenza mostrata in tutte le dichiarazioni fatte nel tempo dalle autorità Russia, a partire da Putin. L'ideologia russa prevede l'annichilimento dell'Ucraina in quanto stato sovrano, il che mi sembra in contraddizione con qualsiasi concetto di pace giusta, anche se dovessimo pensare a una sorta di “coreanizzazione” della situazione. Finché la Russia manterrà questo atteggiamento ingordo è chiaro che non vorrà mai recedere. L'ipotesi di una Ucraina che, conservando una sua statualità indipendente, possa in qualche modo accostarsi al mondo occidentale, viene rigettata con disprezzo da Mosca. Il problema è sempre l'atteggiamento dei governi occidentali, con i chiari di luna che vediamo tutti i giorni. Oggi abbiamo la discussione della mozione di sfiducia al Bundestag, la Francia è in crisi, e l’Italia, nonostante un governo formalmente molto stabile, ha qualche problema di dialettica interna. Insomma, il clima politico in Europa è abbastanza incerto.

Con l’insediamento di Trump tutti gli sforzi si riveleranno vane?

Trump è sicuramente una grande incognita. È un grande negoziatore su criteri commerciali. Chi si aspetta di trovare un interlocutore disposto a concessioni senza adeguate contropartite, si fa delle enormi illusioni. Quali contropartite può offrire la Russia a Trump per convincerlo a mollare l'Ucraina? Io non ho idea, ma se non sono contropartite considerate da Trump adeguate, credo che l'atteggiamento nei confronti di Mosca potrebbe essere una sorpresa. Ci troviamo in un quadro generale di straordinaria incertezza. Da quello che succede in Siria, alla Cina con le manovre cinesi intorno a Taiwan. Non dimentichiamo che la crisi Ucraina è precipitata con una serie di manovre intorno ai confini ucraini che ad un certo punto sono diventate operazioni. Quando si vedono queste concentrazioni di risorse militari in frenetica attività, diciamo che dovremmo avere imparato a prendere consapevolezza di una situazione critica.

 

 

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