Ucraina, dubbi sull'invasione russa: Mosca evoca la provetta di Powell

Mentre cresce la tensione tra Russia e Usa su una possibile invasione di Kiev il presidente ucraino esorta Joe Biden: "Dateci informazioni certe"

Esteri
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Ucraina vs Russia, Zelensky agli Usa: “Invasione certa? Dateci le prove"

Mentre cresce la tensione tra Stati Uniti e Russia su una possibile invasione di Kiev da parte di Mosca, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy chiede a Washington prove "certe" sulla probabile escalation militare, annunciata dalla Casa Bianca per mercoledì 16 febbraio. 

Ieri Volodymyr Zelensky e il presidente Usa Joe Biden hanno avuto una telefonata di ben 51 minuti, dalle dalle 17.06 alle 17.57 italiane, durante la quale  "hanno convenuto sulla necessità di continuare a perseguire la diplomazia e la deterrenza in risposta al rafforzamento militare della Russia ai confini con l'Ucraina”. Nel colloquio hanno discusso di “sicurezza, economia, dei rischi esistenti, delle sanzioni e dell'aggressione russa”. Entrambi si sono detti pronti a rispondere in "in modo rapido e deciso a ogni ulteriore aggressione russa contro l'Ucraina".

Resta però la necessità da parte di Kiev di avere “certezze”. "Comprendiamo tutti i rischi, capiamo che ci sono dei rischi. Se voi, o chiunque altro, avete ulteriori informazioni su un'invasione russa al 100% a partire dal 16 febbraio, vi preghiamo di darci tali informazioni”, ha esortato Zelensky.

Crisi in Ucraina, Zakharova: “L'isteria Usa ricorda la provetta di Powell”

Intanto da Mosca la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha definito la paura dell'Occidente su una possibile “invasione” della Russia in Ucraina pura “isteria”. “I politici americani hanno mentito, stanno mentendo e continueranno a mentire, creando pretesti per attaccare i civili in tutto il mondo; e ne è un esempio l'ex segretario di Stato, Colin Powell, che nel 2003, alla vigilia dell'attacco Usa a Baghdad, mostrò una fialetta sostenendo che l'Iraq possedeva armi di distruzione di massa, salvo poi ammettere, anni più tardi, che gli Usa avevano già deciso”, ha detto Zakharova.

"Scrivono dell'ipotetica possibilità di un attacco russo, di alcuni piani, sciocchezze, sciocchezze... Soprattutto gridano che la Russia dovrebbe attaccare l'Ucraina a Washington, a Londra. Ne parlano ogni giorno e, di conseguenza, i loro media". Si tratta di un "teatrino che si è già visto", ha aggiunto.

"La stampa occidentale all'inizio degli anni 2000 convinse tutti che Saddam Hussein avesse armi di distruzione di massa in Iraq. Ogni giorno venivano pubblicati decine di rapporti, un'isteria scatenata in televisione. Poi si è scoperto che gli Stati Uniti avevano intenzione di attaccare l'Iraq e avevano bisogno di una ragione. E l'informazione ha servito tutto questo sotto forma di propaganda. Ma oggi il mondo intero sa che gli Stati Uniti hanno mentito, che Colin Powell ha portato al Consiglio di sicurezza non prove, ma un falso".

"Gli Stati Uniti , ha proseguito Zakharova, non hanno mai condotto la guerra sul proprio territorio ed è forse per questo che dicono con tanta leggerezza che adesso la Russia farà guerra all'Ucraina. Non capiscono la nostra mentalità: noi siamo slavi, siamo persone che si considerano un popolo unico, perché abbiamo una storia comune di diversi secoli. Abbiamo dei problemi, sì, ma i nostri nonni hanno combattuto fianco a fianco contro il fascismo, abbiamo famiglie comuni. La mia famiglia, in parte, è una famiglia ucraina. Metà della mia famiglia ha dei cognomi ucraini".

"Quando ascoltiamo le dichiarazioni della Casa Bianca e di Downing Street sul fatto che la Russia avrebbe intenzione di attaccare, ci rendiamo conto che lo possono dichiarare solo persone folli, che sono matte, che non hanno una morale e che fanno delle falsificazioni", ha rivelato Maria Zakharova, in un'anticipazione dell'intervista esclusiva rilasciata all'inviato a Mosca di "Quarta Repubblica", il talk show condotto da Nicola Porro, e che sarà trasmessa domani, in prima serata, su Retequattro.

"Noi conosciamo cosa sono le guerre - afferma ancora Zakharova. Nel Novecento abbiamo avuto una guerra sul nostro territorio che ha portato via venti milioni di vite dei nostri cittadini. Sappiamo che non c'è una cosa più preziosa della pace. Nessun Paese ha subito quanto il nostro. Il nostro Paese non è mai stato un aggressore, non ha mai attaccato, lanciando, iniziando le guerre mondiali".

Crisi Ucraina, colloquio Truss-Lapid. Scholz vola a Kiev

Intanto, il ministro degli Esteri britannico, Liz Truss, ha comunicato su Twitter di aver avuto un colloquio telefonico con la sua controparte israeliana, Yair Lapid, in merito alla crisi in Ucraina e al negoziato sul nucleare iraniano. "Stiamo approfondendo la cooperazione tra Regno Unito e Israele nell'economia e nella sicurezza attraverso una nuova tabella di marcia bilaterale", ha aggiunto Truss.

Anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz sarà oggi a Kiev mentre crescono i timori di un'invasione russa dell'Ucraina. Alla vigilia della sua partenza, Scholz ha detto che qualsiasi attacco della Russia avrebbe portato a ''sanzioni severe che abbiamo preparato con cura e che possiamo mettere in atto in qualsiasi momento''. Scholz ha poi descritto la sua missione a Kiev come ''un tentativo di garantire la pace all'Europa''. Durante l'incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy, Scholz dovrebbe discutere di come la Germania possa aiutare l'economia ucraina. Domani è invece prevista la visita di Scholz a Mosca. 

Crisi Ucraina, gli Stati Uniti ritirano tutto il loro personale da Kiev

Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno annunciato che ritireranno tutto il loro personale da Kiev nelle prossime 24 o 48 ore, riferisce la Cbs su Twitter, senza fornire ulteriori dettagli. Ieri la testata ucraina European Pravda aveva affermato che l'incaricato d'affari americano, Kristina Kvien, e altri diplomatici statunitensi avevano iniziato a spostarsi da Kiev a L'vov. In precedenza il consigliere della Casa Bianca per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan, aveva affermato che le autorità Usa erano pronte a ordinare a tutti i diplomatici americani di abbandonare la capitale ucraina a fronte della minaccia di un'invasione russa.

Crisi Ucraina, l'ambasciatore di Kiev a Londra: "Pronti a rinunciare alla Nato per evitare la guerra" 

Infine, l'ambasciatore ucraino a Londra, Vadym Prystaiko, ha riferito alla Bbc che il suo paese potrebbe essere disposto a rinunciare alla sua ambizione di unirsi alla Nato per evitare la guerra con la Russia, precisando che Kiev potrebbe essere "flessibile". Alla domanda se Kiev stia considerando di accantonare i suoi piani di perseguire l'adesione alla Nato, nonostante l'obiettivo sia inserito nella Costituzione ucraina, Prystaiko risponde: "Potremmo, specialmente essere minacciati così, ricattati in questo modo e spinti a farlo". 

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