Ucraina, Trump verso lo stop alle armi a Kiev? Il tycoon: "Zelensky non vuole la pace, non lo supporteremo a lungo"

Il presidente ucraino: "Abbiamo bisogno della pace, non di una guerra infinita. Ed è per questo che affermiamo che le garanzie di sicurezza sono fondamentali a questo scopo"

di Redazione

Vladimir Zelensky 

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Dazi, Meloni: "Nostro interesse completamente opposto a quello che sta dichiarando Trump"

"Sui dazi il nostro interesse è completamente opposto a quello che sta dichiarando Donald Trump, poi vedremo che cosa accadrà nei fatti, anche se io sono convinta che in realtà quello che può produrre l'avvio di dazi con una risposta europea, cioè una guerra commerciale, non convenga in realtà a nessuno, non conviene neanche agli Stati Uniti, però su questo ci possono essere punti di vista differenti".

Lo dice Giorgia Meloni, ospite di XXI secolo su Rai uno, in onda in seconda serata. "All'Italia, che è una nazione esportatrice ovviamente i Dazi non convengono, quindi farò tutto quello che posso per impedire che questo accada", assicura.

Ucraina, Trump verso lo stop alle armi a Kiev

''L'America non sopporterà ancora a lungo'' la posizione sul cessate il fuoco del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che oggi ha ''fatto la peggiore dichiarazione che potesse fare'' dicendo che la fine della guerra con la Russia è ancora ''molto molto lontana''. Ad attaccare ancora dopo lo scontro nello Studio Ovale è il presidente americano Donald Trump sul suo social Truth, affermando che le parole pronunciate oggi da Zelensky sono una dimostrazione che ''non vuole che ci sia la pace''. Ma, ha aggiunto Trump, ''l'Europa, nell'incontro avuto con Zelensky, ha dichiarato senza mezzi termini che non si può lavorare senza gli Stati Uniti''.

Trump avrebbe quindi convocato per il pomeriggio un vertice sulla crisi in Ucraina durante il quale valuterà l'ipotesi di sospendere gli aiuti militari forniti da Washington a Kiev, scrive Axios citando un funzionario statunitense e una fonte informata sull'incontro.

Per discutere i prossimi passi da adottare nei confronti dell'Ucraina, Trump ha convocato il vicepresidente JD Vance, il segretario di Stato Marco Rubio, il segretario alla Difesa Pete Hegseth, il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz e altri alti funzionari, hanno affermato le fonti.

"La pazienza del popolo americano non è illimitata, i loro portafogli non sono illimitati e le nostre scorte e munizioni non sono illimitate", ha detto Waltz intervistato oggi da Fox News. Sottolineando che il tempo non è dalla parte di Zelensky, Waltz ha affermato che è arrivato "il momento di parlare".

La risposta di Zelensky a Trump

Ma per Zelensky "la pace è necessaria al più presto possibile". In un post su X, il presidente ucraino sembra rispondere così a Donald Trump, ribadendo la speranza di avere "il sostegno degli Stati Uniti".

"Continuiamo a lavorare con i partner. Abbiamo già avuto colloqui e altri passi arriveranno presto", scrive Zelensky, secondo cui "è molto importante che cerchiamo di rendere la nostra diplomazia davvero concreta per porre fine a questa guerra il prima possibile".

"Abbiamo bisogno di vera pace e gli ucraini la desiderano più di tutti perché la guerra rovina le nostre città e i nostri paesi. Perdiamo la nostra gente. Dobbiamo fermare la guerra e garantire la sicurezza - insiste il presidente ucraino -. Stiamo lavorando insieme all'America e ai nostri partner europei e speriamo molto nel sostegno degli Stati Uniti nel cammino verso la pace. La pace è necessaria il prima possibile".

Cosa ha detto Zelensky a Londra

Ma cosa ha scatenato il nuovo attacco di Trump? Zelensky era tornato oggi a commentare il pressing Usa sulle sue dimissioni dopo l'imboscata tesa da Trump e Vance nello Studio Ovale. Da Londra, dove è stato accolto con calore dai leader europei e da Re Carlo, Zelensky ha infatti rilanciato: "Non sarà così facile sostituirmi" alla guida di un Paese in guerra da oltre tre anni contro la Russia. Nelle dichiarazioni rilasciate prima della partenza dal Regno Unito, Zelensky si era detto pronto a dimettersi "in cambio dell'ingresso dell'Ucraina nella Nato".

"Se ci sarà la Nato e la fine della guerra, allora avrò completato la mia missione", aveva ribadito Zelensky. Ma, aveva aggiunto, per sbarazzarsi di lui, come vuole il Cremlino, "non sarà solo sufficiente organizzare elezioni. Bisognerà anche impedirmi di partecipare. Cosa un poco più complicata".

Poi le parole che hanno scatenato l'ira del tycoon: Zelensky ha detto infatto che "la strada da percorrere" per giungere alla fine della guerra con la Russia "è ancora lunga" e che un accordo per porre fine al conflitto deve essere "onesto", "equo" e "stabile". "Devono inoltre esserci garanzie di sicurezza molto specifiche". L'Ucraina, ha sottolineato, "non sta parlando" di alcuna concessione oggi, perché sarebbe "sbagliato" e sta "ascoltando segnali da vari partner".

Usa: "Accordo economico con Kiev non è sul tavolo" 

Attualmente, l'accordo sulle terre rare con l'Ucraina non è sul tavolo: lo ha detto ieri il Segretario al Tesoro statunitense, Scott Bessent, in un'intervista al programma 'Face the Nation' della CBS News. "Tutto ciò che il presidente Zelensky doveva fare era entrare e firmare questo accordo economico, e ancora una volta non mostrare alcuna divergenza - nessuna divergenza - tra il popolo ucraino e il popolo americano, e ha scelto di far saltare tutto", ha detto Bessent. Il Segretario al Tesoro Usa ha sottolineato che è "impossibile avere un accordo economico senza un accordo di pace". 

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