Ucraina, l'odissea dei profughi: "Decine di ore di coda, per colpa di Orban"

La testimonianza di Giungi e Majorino (Pd) dal confine tra Romania e Ungheria: "I controlli dei passaporti sono stati irrigiditi"

Il campo di Progetto Arca, a Syret, cittadina rumena al confine con l'Ucraina 
Esteri
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La drammatica testimonianza dai campi profughi

"In questi giorni drammatici in cui centinaia di migliaia di cittadini ucraini fuggono dai bombardamenti e che vedono la solidarietà di tutta l'Europa verso il popolo ucraino, è sconcertante assistere alle file lunghissime che si registrano al confine tra Romania e Ungheria, dove chi fugge dalla guerra è costretto ad attendere anche decine di ore nei passaggi da un Paese all'altro". A denunciare la situazione è Alessandro Giungi, consigliere comunale di Milano che sta partecipando alla missione di Progetto Arca, a Syret, cittadina rumena al confine con l'Ucraina.

"Orban ha inasprito il controllo dei passaporti"

"Servirebbe il massimo della velocità e dell'efficienza per permettere a donne, uomini, bambini e anziani di nazionalità ucraina di godere di un po' di pace, raggiungendo celermente i Paesi dell'UE in cui hanno parenti o amici. Invece in un contesto simile il Governo ungherese di Orban ha deciso di inasprire il controllo dei passaporti alla frontiera con la Romania causando ulteriori disagi e fatica a chi deve già fare i conti con una situazione drammatica. Tutto ciò contraddice la decisione storica dell'UE di attivare la direttiva sulla protezione temporanea a tutti coloro che fossero stabilmente residenti in Ucraina".

Verrà richiesto l'intervento dell'Unione Europea

In un comunicato congiunto con l'europarlamentare Pierfrancesco Majorino, Giungi specifica inoltre: "Anticipiamo che ci rivolgeremo con atti formali alle Istituzioni dell'Unione Europea, a partire dalla Commissione Europea, per chiedere spiegazioni e interventi di fronte all'incomprensibile comportamento delle autorità ungheresi, oltremodo punitivo verso chi tanto ha già sofferto e che si aspetta aiuto e sostegno proprio dai Paesi UE. Si stanno registrando in queste ore casi di snervante attesa che mettono per oltre dieci, quindici ore a dura prova famiglie con bambini costrette a fermarsi ingiustificatamente e senza alcuna ragione logistica, nonché senza alcun supporto, alla frontiera, in contesti nei quali la temperatura scende sotto lo zero".

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