Ucraina, profughi in arrivo in Italia: come gestire la crisi sanitaria
Il ministero della Salute ha già inviato alle ASL le indicazioni operative su come comportarsi in merito al Covid e alle altre malattie
Le indicazioni del ministero
Dopo il Covid, la guerra Russia-Ucraina. In previsione dell’arrivo di profughi dalle zone di guerra, il ministero della Salute ha già diramato le prime indicazioni operative per le Aziende Sanitarie Locali.
Tamponi antigenici o molecolari
Nel documento firmato dai direttori generali della prevenzione sanitaria (Giovanni Rezza) e della programmazione sanitaria (Andrea Urbani), si parte dalle modalità di effettuazione dei tamponi Covid: “I cittadini che provengono dall'Ucraina, indipendentemente dalla cittadinanza, privi di digital Passenger Locator Form (PLF, in forma digitale o cartacea) o di certificazione verde Covid-19 ai sensi dell'Ordinanza del Ministro della salute del 22.02.22, le ASL territorialmente competenti provvederanno all’esecuzione dei test diagnostici nelle 48 ore dall'ingresso, laddove non avvenuta al momento dell’entrata nei confini Nazionali. Tutti coloro che verranno individuati come casi o contatti di caso (esempio allo screening nei Punti di accoglienza) andranno gestiti secondo la normativa vigente adottando le misure di profilassi e tracciamento più idonee”.
Vaccini anti-Covid
“La copertura vaccinale per COVID-19 in Ucraina si aggira intorno al 35% della popolazione, rappresentando una fra le più basse in Europa. I vaccini autorizzati in Ucraina corrispondono, per la maggior parte, a quelli autorizzati dall’EMA o equivalenti (Comirnaty, COVID-19 Vaccine Janssen, Covishield, Spikevax, Vaxzevria), a cui si aggiunge il vaccino Coronavac (Sinovac)”. Pertanto, una volta arrivati in Italia, dovranno essere vaccinati “tutti i soggetti a partire dai 5 anni di età che dichiarano di non essere vaccinati o non sono in possesso di documentazione attestante la vaccinazione, comprensiva della dose di richiamo (booster) per i soggetti a partire dai 12 anni di età”.
Vaccini per altre malattie
Non c’è solo il Covid. Andranno fatte le vaccinazioni anche “di routine”, essendoci notevoli criticità dovute alle basse coperture vaccinali e al recente verificarsi di focolai epidemici, come l’epidemia di morbillo nel 2019 e il focolaio di polio iniziato nel 2021 e tutt’ora in corso nel paese. Tale situazione affonda le radici in anni di difficoltà organizzative e di approvvigionamento di vaccini, oltre che in una lunga storia di esitazione vaccinale nel paese, ampiamente diffusa sia nella popolazione generale che fra gli operatori sanitari”. Il ministero invita quindi a prepararsi a vaccinare i profughi contro:
• Difterite, Tetano, Pertosse, Polio
• Morbillo, Parotite, Rosolia (eccetto donne in gravidanza)
• Varicella (valutare)
• Epatite B (HBV) in caso di screening negativo (valutare)
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