Ue, Meloni contro Macron-Scholz. Il bivio: commissario o asse con Le Pen
La premier non ha gradito gli attacchi franco-tedeschi durante il G7 e ora valuta come muoversi: appoggiare von der Leyen o rafforzare la Destra in Ue
Ue, Meloni ago della bilancia. La scelta che può stravolgere tutti gli equilibri a Bruxelles
Giorgia Meloni ha chiuso il G7 in Puglia molto irritata nei confronti di Francia e Germania. La premier italiana non ha gradito gli attacchi di Macron e Scholz nei suoi confronti. La presidente del Consiglio ha preso come un'offesa le parole del cancelliere tedesco che l’hanno collocata senza mezzi termini "all’estrema destra dello spettro politico" e fuori da qualsiasi alleanza per il governo dell’Europa. "Sono venuti - riporta La Repubblica - a tramare a casa mia ma l’Italia, a Bruxelles, avrà quel che le spetta", ripete Meloni ai suoi pontieri europei alla vigilia della cena dei 27 capi di governo nella capitale belga. Meloni deve scegliere se sostenere von der Leyen in cambio di un posto "identitario" nell’assetto europeo oppure aspettare l’esito di Le Pen alle urne in Francia. In caso di appoggio a von der Leyen, la prima opzione sarebbe quella di entrare nel gioco delle alte cariche, reclamando l’Alto commissariato per la politica estera.
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Che, però, al momento sembra opzionato dai liberali. E dunque la premier potrebbe pretendere un commissario ad hoc per i flussi migratori. Vorrebbe affidarlo - prosegue La Repubblica - a Elisabetta Belloni, che da capo del Dis ha gestito il G7 come sherpa, proponendola per un commissariato ad hoc che si occupi dei flussi migratori. Da creare per l’occasione. L’alternativa è quella di ottenere almeno gli Affari interni, che comunque gestisce quel capitolo tanto caro a Palazzo Chigi. Piano B: un commissario influente sul fronte economico. Un nome in pole è sempre quello di Raffaele Fitto, ma è possibile mandarlo a Bruxelles rinunciando al suo contributo da ministro sul Pnrr? Difficile, anche se l’ipotesi resta sul tavolo.