Usa, al via la terza dose di vaccino per immunodepressi e trapiantati

Solo il 3% della popolazione. Ma Fauci preannuncia una nuova vaccinazione per tutti

di Daniele Rosa
Esteri
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Negli Stati Uniti la variante Delta sta dilagando soprattutto negli Stati del Sud, con in testa la Florida. I motivi di questa nuova ondata sono sostanzialmente due: l’estrema contagiosità della nuova variante e il fatto che ancora 90 milioni di americani non sono statti vaccinati. Il motivo? Sostanzialmente non lo vogliono.

Ma la vita deve andare avanti e l’economia pure. Un’economia che sta recuperando, con un trend da boom, praticamente gran parte dei 20 milioni di posti di lavoro persi nella pandemia.

Ed allora, sotto spinte diverse, quelle di Big Pharma in primis, l’agenzia statunitense per il farmaco (FDA) ha autorizzato la somministrazione di una terza dose del vaccino contro il Covid-19 ad una parte della popolazione ben precisa. Tutte le persone  immunodepresse e quelle che hanno ricevuto un trapianto di organi.

E questo mentre si continua ad accelerare le vaccinazioni con Pfizer e Moderna, ora programmata in due dosi per i giovani dai 12 anni in su.

In ogni caso la discussione sull’opportunità di dare a tutti una terza dose continua , spinta soprattutto dai produttori di vaccini che attraverso i loro Ceo ripetono che sarebbe indispensabile.

Il direttore dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDA) Rochelle Walensky, ha detto che la percentuale di cittadini che probabilmente riceverà quella terza dose per la loro situazione di particolare vulnerabilità non supera il 3% degli adulti.

Da parte sua, l'epidemiologo numero uno della Casa Bianca e dell’America tutta, Anthony Fauci, ha insistito sul fatto che sarà "inevitabile" che questa ulteriore iniezione di richiamo o promemoria venga estesa a tutto il mondo. Ma in seguito, non ora.

La questione ha aperto un dibattito a livello internazionale sui temi etici di una terza dose e sullo squilibrio tra le vaccinazioni fatte nei paesi ricchi e di quelle non fatte in quelli poveri.

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha chiesto ai paesi sviluppati, che sono già riusciti ad accelerare il loro processo di vaccinazione, di ritardare quella terza dose per dare priorità alla distribuzione ai più svantaggiati, in un momento di grande disparità nel processo di vaccinazione.

Sia gli Stati Uniti che le due principali potenze europee, Germania e Francia, hanno ignorato la richiesta, come pure Israele che già sta facendo la terza dose agli over 60.

Nel frattempo, il governo degli Stati Uniti sta lottando per far vaccinare tutti i suoi cittadini, dopo mesi di rallentamento del processo. Solo il 59% della popolazione con più di 12 anni ha già ricevuto entrambe le dosi. L’immunità di gregge sembra sempre di più una chimera.