Usa-Cina: vertice Biden-Xi, mentre Pechino medita 'rappresaglie' contro Trump

Joe Biden e Xi Jinping, l'ultimo incontro con il 'dossier Trump' pendente

di Redazione Esteri

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Usa-Cina: vertice Biden-Xi, mentre Pechino medita 'rappresaglie' contro Trump

Biden e Xi Jinping si incontrano a Lima per il vertice dei leader della Cooperazione Economica Asia-Pacifico: sarà il terzo e l'ultimo faccia a faccia tra i due, con l'insediamento imminente di Donal Trump che rischia di sconvolgere i rapporti tra Usa e Cina. Vertice del presidente uscente americano anche con la presidente peruviana, Dina Boluarte.

L'incontro, che avviene a margine del vertice dell'Apec a Lima, rischia di essere monopolizzato dal 'dossier Trump', poiché è forte il timore che il tycoon possa operare in significativa discontinuità con la linea 'moderata' di Biden, apprezzata da Xi durante lo storico incontro al vertice Apec di San Francisco un anno fa. Il presidente eletto ha un approccio dichiaratamente conflittuale con Pechino, e ha minacciato d'imporre dazi fino al 60% sulle importazioni di beni cinesi, per pareggiare lo squilibrio della bilancia commerciale tra Stati Uniti e Cina. Ha anche nominato nella sua squadra di governo alcune figure molto ostili a Pechino, tra cui il consigliere per la sicurezza nazionale Michael Waltz.

“Bloccare la cooperazione economica con varie scuse e dividere un mondo interdipendente rappresenta uno storico passo indietro”, ha affermato un preoccupato Xi in un discorso letto ieri al summit dal ministro del Commercio cinese Wang Wentao. “Il mondo è entrato in un nuovo periodo di turbolenze e cambiamenti“, ha detto, avvertendo che "la globalizzazione economica sta affrontando serie sfide a causa dell‘espansione dell'unilateralismo e del protezionismo e dell’intensificazione della frammentazione dell'economia mondiale”.

In questo contesto, secondo alcuni analisti sentiti dal "Washington Post", la Cina si starebbe preparando a "rappresaglie" nel caso di una nuova guerra commerciale con l'amministrazione Trump. Pechino ha anche sperimentato nuovi strumenti, come sanzioni e controlli sulle esportazioni, che potrebbero rivelarsi utili in uno scontro economico reciproco. Questi strumenti sfruttano il dominio della Cina su molte catene di approvvigionamento globali a suo vantaggio. Ad esempio, la Cina ha vietato alle sue aziende di fornire componenti a Skydio, il più grande produttore statunitense di droni, 'reo' di aver fatto affari con Taiwan. Lo scorso anno, il ministero del Commercio cinese ha annunciato l'introduzione di controlli sulle esportazioni di gallio e germanio - due minerali rari utilizzati per produrre semiconduttori e pannelli solari - limitando le forniture disponibili a livello internazionale.

Le minacce di Trump di imporre ulteriori dazi, motivati dalle presunte pratiche commerciali sleali della Cina, arrivano in un momento già particolarmente difficile per Pechino. Le esportazioni rappresentano ancora uno dei pochi settori positivi per la seconda economia mondiale, che sta rallentando e probabilmente non raggiungerà l'obiettivo di crescita del 5% previsto per quest'anno.

"La Cina risponderà sicuramente - ha dichiarato Wang Yiwei, esperto di affari internazionali presso l'Università Renmin di Pechino - Dobbiamo colpire per far capire a Trump che, se farà questo, i costi potrebbero essere maggiori in altri ambiti". "Se ciò accade nei primi anni dell'amministrazione Trump, questo sconvolgerà davvero l'attività agricola, e si può immaginare che le elezioni di metà mandato negli Stati Uniti prendano una direzione diversa," ha fatto eco Even Pay, analista presso Trivium China, una società di ricerca con sede a Pechino. L'aumento del costo della vita è già una preoccupazione per molti americani, ed è stato un fattore decisivo nella vittoria elettorale del repubblicano. Pertanto, secondo Pay, l'aumento dei prezzi alimentari potrebbe mettere sotto pressione il presidente americano e portarlo a ricalibrare la sua posizione sui dazi.

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