Valencia, l'allarme in ritardo: "Il fiume è passato attraverso i palazzi". Pure gli sciacalli: "Ci rubano tutto"

Il bilancio dei morti è devastante e solo parziale: 158. Ma sono ancora decine le persone che mancano all'appello e 120mila gli sfollati. "La politica è assente in questo disastro"

di Redazione Esteri

Alluvione Valencia

Esteri

Alluvione Valencia, tra politica assente e allarme dato in ritardo. Allarme ladri: "Portano via quello che è rimasto nelle nostre case"

La situazione a Valencia e dintorni dopo l'alluvione è drammatica. Ormai è chiaro a tutti che l'allarme sia stato dato ai cittadini in grave ritardo, addirittura di 13 ore. Il bilancio dei morti è solo parziale ma fa capire la gravità della situazione. È salito ad almeno 158 il numero delle vittime a causa dall’ondata di maltempo che ha colpito la Spagna. "Eravamo sulla riva del Turia, era ingrossato ma come altre volte. Poi in un attimo - racconta una donna a Il Corriere della Sera - è come esploso, abbiamo cominciato a vedere le auto muoversi, l’acqua arrivare ai palazzi, entrare nelle finestre a piano terra, abbattere i portoni — dice Lola Nunes, 50 anni, mentre è accovacciata davanti a casa a "filtrare" dai detriti il rivolo d’acqua marrone spinto dalla figlia verso il tombino per evitare che si otturi —. Io e lei (la figlia, ndr) ce l’abbiamo fatta, la mia vicina no. E oggi siamo soli, i soccorsi non arrivano e non ci resta che darci una mano uno con l’altro. Almeno siamo vivi".

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Ma poi la gente del posto lancia anche un altro allarme: "La politica qui è assente, ci aiutiamo tra di noi. Ma sono arrivati i ladri, girano nelle case e portano via quello che è rimasto". "Il fiume - racconta un'altra donna che vive lì a Valencia a Il Corriere - è passato attraverso i palazzi e ha distrutto tutto". La potenza raggiunta dal corso d’acqua è misurabile nei portoni spezzati in due, nelle serrande divelte dei garage, nei binari scavati per metri alla base e nelle traversine rimaste sospese nel nulla sul ponte ferroviario ormai inesistente, nella vegetazione sradicata e impigliata nei guardrail, nell’altezza e profondità dell’erosione degli argini del fiume ora sgonfio. I soccorsi sono lontani, per ora arrivano solo i bobcat e le ruspe a liberare le strade principali. Ma intanto Paiporta, una delle zone più colpite, è senz’acqua.

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