Venezuela, Trentini seguito per giorni prima dell'arresto: il giallo dei post anti-Maduro
Il cooperante arrestato è sparito dai radar, non si hanno sue notizie da due mesi
Venezuela, Trentini e il giallo dei giorni prima del suo arresto: qualcuno lo seguiva
Anche se il caso di Alberto Trentini, il cooperante arrestato in Venezuela, non è accostabile a quello di Cecilia Sala, le similitudini restano. In attesa di capire ufficialmente, dopo due mesi di silenzi, in che carcere si trovi e in che condizioni sia, emergono alcuni dettagli comuni al caso Sala. Come il fatto - in base a quanto risulta a La Repubblica - che Trentini, prima dell'arresto, sarebbe stato seguito per giorni. Il cooperante veneziano di 45 anni è stato fermato a un posto di blocco, mentre era in auto con l’autista dell’Ong per la quale lavorava. E sarebbe stato arrestato per alcuni messaggi che conservava nel telefono: erano - prosegue La Repubblica - innocue condivisioni di post critici sul governo di Maduro. E invece sono stati raccontati dalla polizia venezuelana come contatti con opposizioni e rivoltosi.
Leggi anche: Trump si intesta la tregua a Gaza e Biden si infuria: "Usa verso l'oligarchia"
Trentini starebbe bene, detenuto in un carcere "politico" nella zona di Caracas, hanno assicurato fonti informali alla nostra intelligence e diplomazia. Che sperano già nelle prossime ore di poter ottenere un incontro tra Alberto e il nostro ambasciatore per verificare le condizioni di salute, di detenzione. E conoscere ufficialmente le accuse che gli vengono mosse. "Strumentali" spiega - riporta La Repubblica - una fonte italiana vicina al dossier. "Perché non c’era niente di anomalo nel lavoro che il nostro connazionale svolgeva con la sua Ong. Né risulta che il nostro connazionale avesse contatti particolari in Venezuela, paese che tra l’altro visitava per la prima volta nella sua vita".