Venezuela, Urrutia vero presidente: lo decide il popolo delle libertà. Dagli Usa all'Onu, il mondo insorge contro la "vittoria" di Maduro
Le proteste dell’opinione pubblica internazionale, del popolo venezuelano, compresi i milioni di cittadini in esilio, fanno capire a Maduro che i risultati che ha pubblicato sono difficili da accettare
Venezuela, Urrutia vero presidente: lo decide il popolo delle libertà. Dagli Usa all'Onu, il mondo insorge contro la "vittoria" di Maduro
Non ci venissero a parlare di regime fascista nell’Italia del 2024, perché il fascismo rosso lo stiamo vivendo in Venezuela con la repressione del diritto al voto libero, con la neutralizzazione del lavoro dei giornalisti. In Venezuela viene negato l’ingresso a due giornalisti italiani del Tg1. Arrivati in aeroporto, al controllo dei passaporti i colleghi sono stati separati dagli altri passeggeri per essere successivamente espulsi con l’obbligo di tornare in Italia. Erano per lavoro in Venezuela con il nobile intento di documentare le proteste che agitano il Paese dopo le controverse elezioni vinte, in condizioni alterate di brogli e violenze, da Maduro.
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Non si tratta di complottismo o giustizialismo in salsa anti-socialista. I fatti incalzano. La vittoria di Maduro sembra sempre più una vittoria-fantoccio, e il segretario di Stato USA Blinken parla di “prove schiaccianti” secondo cui “è chiaro agli Stati Uniti e, cosa più importante, al popolo venezuelano che Edmundo Gonzalez Urrutia ha ottenuto la maggioranza dei voti alle elezioni presidenziali del 28 luglio”.
La Corte suprema di giustizia del Venezuela ha convocato i dieci candidati presidenziali. L’opposizione con la Piattaforma Unitaria d’ispirazione liberaldemocratica contesta la vittoria e la conseguente proclamazione di Maduro a presidente, e ha creato una pagina web con i documenti elettorali che potrebbero provare la vittoria di Urrutia.
L’Ecuador e l’Uruguay hanno prontamente riconosciuto Urrutia presidente del Venezuela.
L’Argentina del liberista e libertario tradizionalista Milei, ma anche Costar Rica, Ecuador, Guatemala, Panama, Paraguay, Perù, Repubblica Dominicana e Uruguay hanno chiesto il riconteggio dei voti alla presenza di osservatori internazionali indipendenti. L’ONU ha richiesto la massima trasparenza sul conteggio dei voti.
Ma di non sola speranza nelle sentenze o nelle procedure di riconteggio vive il popolo venezuelano che ama le libertà, e infatti la pasionaria del liberalismo radicale venezuelano María Corina Machado ha lanciato una mobilitazione in tutte le città venezuelane. María Corina, militante di spicco del partito liberale Vieni Venezuela, non può ricoprire incarichi pubblici per un’irregolarità nella dichiarazione dei redditi e per essersi espressa a favore delle sanzioni statunitensi contro il Venezuela chavista.
Intanto i soviet new age da più parti del mondo stanno parlando di colpo di Stato degli USA in Venezuela: dovrebbero vedersela con María Corina, che per anni si è dichiarata favorevole a porre fine al chavismo con la forza e possibilmente con l’aiuto degli USA, per ridurre le politiche pubbliche illiberali e aprire al libero mercato. Il fronte di lotta liberaldemocratica, come una brigata diplomatica internazionale antitetica alla corruzione, è pronto a chiedere a Urrutia di autoproclamarsi presidente in piazza, e come tale di resistere pacificamente.
La sostanza diverrà forma e, magari, potere? Hasta siempre la sostanza, s’è per il potere alle libertà.
*Specialista legale della Presidenza del Consiglio dei ministri, giornalista, dottore di ricerca in “Discipline giuridiche storico-filosofiche, internazionali, sovranazionali e comparate, avvocato”