Voto Portogallo, vince il centrodestra. Exploit di Ventura, alleato di Salvini

L'ondata della destra europea arriva anche a Lisbona dopo una lunga parentesi socialista. Boom di Chega, ma l'aspirante premier Montenegro dice no all'alleanza

di Lorenzo Lamperti
Louis Montenegro
Esteri

Elezioni Portogallo, vince il centrodestra di Montenegro: rotto il dominio socialista

La destra avanza ancora in Europa. Stavolta anche a latitudini a essa sconosciute, quantomeno in tempi recenti. Le elezioni in Portogallo sono state spesso un "no contest" per la destra, e soprattutto per la destra radicale e sovranista, rimasta a lungo un fenomeno minoritario anche quando negli altri paesi europei continuava a emergere. La svolta è arrivata alle elezioni di domenica 10 marzo, al termine delle quali il leader dell'Alleanza democratica di centro-destra, Luis Montenegro, ha rivendicato la vittoria.

Con il 99% dei voti scrutinati domenica, l'Alleanza Democratica - una piattaforma elettorale composta dal grande partito socialdemocratico (PSD) e da due partiti conservatori più piccoli - e il partito socialista (PS) hanno dato vita a un serrato testa a testa con un sottilissimo vantaggio di voti a favore del centrodestra: 29,49% per il centrodestra contro il 28,66% del centrosinistra. Il candidato del Partito socialista, Pedro Nuno Santos, ha ammesso la sconfitta visto che il centrodestra ha la possibilità di formare una coalizione più ampia per governare.

"Credo che anche il popolo portoghese abbia detto che è necessario che i partiti politici, soprattutto quelli con rappresentanza parlamentare, diano maggiore priorità al dialogo e alla consultazione tra i leader e i partiti", ha detto Montenegro, dopo che Nuno Santos gli ha concesso la vittoria di fronte ai risultati ravvicinati. "Ho sempre detto che vincere le elezioni avrebbe significato avere un voto in più rispetto a qualsiasi altra candidatura, e solo in queste circostanze avrei accettato di diventare primo ministro", ha detto in un discorso ai sostenitori del partito poco dopo la mezzanotte.

Il voto di ieri è stato innescato dalle dimissioni del primo ministro socialista António Costa, avvenute a novembre dopo l'avvio di un'indagine su presunte illegalità nella gestione di grandi progetti di investimento verde da parte della sua amministrazione. Ancora più sorprendente di un risultato profondamente correlato allo scandalo che ha portato alle dimissioni anticipate di Costa, dopo vari anni alla guida del Portogallo, è l'exploit della destra radicale che arriva al terzo posto. 

Elezioni Portogallo, exploit della destra radicale di Chega

Il risultato delle urne ha infatti segnato un'enorme impennata per il Chega, fondato cinque anni fa da André Ventura, un ex opinionista televisivo di calcio che un tempo era un astro nascente del PSD. Il partito ha esordito nelle elezioni del 2019, raccogliendo l'1,3% dei voti e ottenendo il suo primo deputato nell'assemblea portoghese da 230 seggi. Tre anni dopo, ha ottenuto il 7,2% dei voti e 12 seggi. Questa volta Chega è arrivato addirittura al 18% e ha quasi quadruplicato i suoi seggi, passando da 12 a 46.

Nel suo discorso di vittoria, Montenegro ha ribadito che non ha intenzione di allearsi con Chega. "Manterrò la mia parola", ha affermato, dopo che in campagna elettorale ha definito le opiniondi Ventura "spesso xenofobe, razziste, populiste ed eccessivamente demagogiche". Eppure, secondo molti analisi è altamente probabile che Montenegro ora subisca notevoli pressioni dal suo stesso partito per raggiungere un accordo con il partito di Ventura per formare la maggioranza.

L'ipotesi meno improbabile potrebbe essere quella di un appoggio esterno, visto che anche con l'appoggio della più piccola Iniziativa Liberale di centro-destra (giunta quarta con circa il 5%), qualsiasi potenziale governo di minoranza guidato dall'Alleanza Democratica dovrebbe fare affidamento sul sostegno di Chega per approvare le leggi. Ma si tratta di un'ipotesi tutta da costruire e da verificare. In tal modo, Montenegro consegnerebbe la stabilità del suo esecutivo a Ventura. E lo stesso Ventura potrebbe decidere che, senza un'alleanza formale, potrebbe convenire restare all'opposizione per continuare a crescere e sottrarre consensi ai partiti tradizionali secondo uno schema visto anche in diversi altri paesi europei.

C'è poi da considerare la variante del presidente portoghese. Secondo il quotidiano Expresso, Marcelo Rebelo de Sousa avrebbe in qualche modo rotto la convenzione della neutralità presidenziale affermando che farà tutto il possibile per impedire a Chega di raggiungere la carica. Ha detto che rifiuterà qualsiasi mossa per sostituire Montenegro come primo ministro nel caso in cui la destra ottenga la maggioranza. Ventura ha replicato: "In Portogallo non è il presidente della Repubblica a scegliere il governo, ma gli elettori". 

Salvini a Ventura: "Soli contro tutti". Le manovre in vista delle Europee

Una dinamica che influisce anche sul commento di Matteo Salvini, che ha subito fatto i complimenti a Ventura mostrando una sorta di "destino comune" tra Chega e Lega: "Risultato straordinario, soli contro tutti". In queste ore anche molti altri leader dell'estrema destra europea si sono affrettati a brindare al successo di Chega e a offrire il loro sostegno e la loro solidarietà.

Il risultato delle elezioni in Portogallo offre spunti interessanti anche in ottica europea. Con le elezioni di giugno che incombono, la vittoria del centrodestra offre altra benzina al Ppe, ma altrettanto fa l'affermazione di Chega con la formazione sovranista, che Salvini sembra intenzionato a rafforzare anche in un gioco a specchi di indiretta competizione interna con le manovre di Giorgia Meloni, sempre più vicina a Ursula von der Leyen come dimostra il prossimo viaggio comune in Egitto.

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