Zelensky in Europa come l’elefante nel negozio di cristalli

Il viaggio in Europa del leader ucraino ha diviso in un colpo l'Europa che era rimasta unita fino a oggi, nella lotta al Covid e nel sostegno all'Ucraina

L'opinione di Daniele Marchetti
Zelensky al Parlamento europeo
Esteri

Ucraina, Zelensky e la cronaca di un viaggio avventato

L’uomo dalla maglia verde (adesso, rigorosamente, a maniche lunghe) è arrivato ed ha diviso in un sol colpo l’Europa! Questo, in breve il dato politico della visita di Volodymyr Zelensky nel vecchio continente, anzi prima a Londra, tanto per essere chiari (ovvero prima viene il Regno Unito e poi l’Europa), poi a Parigi per incontrare Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz quindi, buono ultimo, al Parlamento Europeo per parlare a quelli che -nei fatti- Kiev sembra considerare leader di serie "b".

La cronaca di un viaggio “avventato” parla da sola. L’Europa che contro la pandemia e nei confronti dell’irresponsabile invasore russo Vladimir Putin aveva, con non poche difficoltà, tenuto botta e si era dimostrata insolitamente unita è stata messa all’angolo da un miopismo politico nefasto prima di tutto per la causa ucraina.

Un protagonismo che, come abbiamo scritto in tempi non sospetti, ha a che vedere con il dopoguerra, con le bramosie e gli indicibili appetiti della ricostruzione da un lato e le sorti personali politiche, dall’altro. La guerra è, come ben sanno gli esperti, un investimento! Un investimento economico (prima per l’industria delle armi, poi per quella della ricostruzione) ma anche un investimento politico.

Dopo questa parte della “terza guerra mondiale a pezzi”, come la definisce il Santo Padre Francesco, tutto sarà geopoliticamente diverso: il mondo resterà diviso in due. Da un lato ci saranno come sempre gli Stati Uniti d’America con tutto l’occidente, dall’altra il Dragone che è ben lieto di sostituire una Russia, letteralmente, alla canna del gas, dopo aver dilapidato tutta la propria autorevolezza ed influenza politica in una sciagurata quanto insensata e vile guerra.

In questo scenario di morte, distruzione e tanto denaro, ognuno tenta di ritagliarsi un futuro personale: Joe Biden per candidarsi ad un secondo mandato alla Casa Bianca, il Presidente cinese Xi Jinping per essere incoronato l’uomo forte dell’intero oriente, l’Eliseo, in forte calo di consensi, per sopire una Francia in ebollizione, Berlino per ridare fiato ad una economia piegata dalla crisi del gas e il leader ucraino per ritagliarsi un futuro presso (tra, sembrerebbe un poco troppo!) i grandi del mondo che verrà (da notare come Kiev si sia sempre ben guardata da attaccare Pechino nonostante la sua vicinanza a Mosca).

C’è trippa per tutti nella guerra, tranne che per la gente comune, quella che muore sotto le bombe, che seppellisce i propri figli, ragazzi, bambini, padri. Quella che combatte per la patria, quella che non viaggia con aerei della RAF, quella che muore di freddo mentre qualcuno gira il mondo in maglione.

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