Tre idee golose da regalare a Natale

Abbiamo scelto per voi dei prodotti di alta enogastronomia da regalare a Natale o da servire a tavola

di Chiara Giacobelli
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Come rendere il Natale ancora più buono? Deliziando amici, parenti e ovviamente sé stessi con ottimi prodotti da mangiare e da bere: i grandi lievitati dello chef Pasquale Tozzi, i vini della Cantina Nicola e le prelibatezze della Cioccolateria Giraudi. Scopriteli insieme a noi.  

Quest’anno abbiamo deciso di non proporvi solo libri da leggere e da regalare per Natale, ma anche prodotti di eccellenza in grado di allietare le vostre tavole e quelle degli amici a cui vorrete farne dono. Si tratta, infatti, di tre realtà che si prestano benissimo sia per arricchire le vostre festività, stupendo gli invitati con una qualità esclusiva, sia come idee-regalo originali che saranno di certo apprezzate. Oltretutto, esiste la possibilità di far inviare i prodotti direttamente a casa, qualora si trattasse di conoscenze o amicizie a distanza che non incontrerete a breve. Il pensiero sarà senza dubbio più che gradito, in questo periodo dell’anno ma anche per altre ricorrenze. Iniziamo quindi con il primo prodotto che abbiamo provato e selezionato per voi. Per vedere gli altri due cliccate su “Pagina successiva” al termine dei testi.  


 

I lievitati dello chef Pasquale Tozzi: pandoro e panettone

Non è Natale senza un buon panettone o pandoro, e quelli che vi proponiamo qui sono tra le eccellenze italiane assolutamente da provare. Li realizza con grande passione, studio e attenzione ai dettagli Pasquale Tozzi, executive chef dei ristoranti Il Pescatore e Magnolia, siti nel prestigioso contesto del 5 stelle lusso Grand Hotel Fasano & Villa Principe, a Gardone Riviera (una struttura facente parte della celebre associazione di albergatori e ristoratori Teritoria, fondata dallo chef Michelin Alain Ducasse). In questo magnifico albergo, che sorge sulle rive del lago di Garda, Tozzi è alla guida di ben due ristoranti aperti a pranzo e a cena, tuttavia quando si avvicina il periodo natalizio riesce sempre a trovare il tempo per dedicarsi a uno dei suoi primi amori: la pasticceria. Racconta, infatti, a proposito della sua storia professionale: “Ho iniziato a lavorare nel mondo dell’arte bianca all’età di 15 anni. La mia prima esperienza è stata in una pasticceria e forno, dove si producevano lievitati con il lievito madre”. Da allora Pasquale non ha mai smesso di mettere le mani in pasta.


 

Oggi, dopo una carriera strepitosa vista la giovane età (è del 1990) e un trasferimento ancora bambino da Battipaglia a Brescia che gli ha permesso di fondere insieme i sapori e i colori della sua Campania con quelli del nord Italia, Tozzi destreggia la cucina al punto di essere diventato executive chef di due tra i più apprezzati ristoranti del Garda. Eppure, non ha mai messo da parte la passione per la pasticceria; è così che a Natale non soltanto realizza un numero limitato di lievitati artigianali, ma si cimenta anche in varietà fantasiose, aggiungendo una nuova ricetta quasi ogni inverno. Si parte ovviamente dal panettone tradizionale con uvetta, per passare quindi ad altre declinazioni: all’arancia, al cedro e limone candito, al cioccolato, al cioccolato bianco e arancia e il cosiddetto Rosa del Garda, un omaggio alle zone che lo hanno adottato realizzato con limone e olio d’oliva al posto del burro. Quest’anno la creatività dello chef lo ha portato inoltre a sperimentare altri ingredienti, sempre tratti dal territorio, dando vita a un nuovo panettone con uva passa di Zibibbo, passito di Pantelleria e cioccolato di Modica.


 

Interrogato a proposito di quest’ultima prelibatezza, che abbiamo assaggiato ed è davvero squisita, Tozzi ce l’ha raccontata così: “Gli ingredienti di questo grande lievitato sono stati scelti per unire due territori che hanno in comune la ricerca della qualità – la Sicilia e il Garda – e per far dialogare tra loro sapori contrastanti ma complementari: quelli delle scaglie di cioccolato fondente di Modica IGP e dell’uva passa di Zibibbo, fatta macerare nel passito di Pantelleria dell’Azienda Pratello di Padenghe sul Garda. La particolarità di questo vino siciliano è che, in questo caso, viene prodotto con le uve isolane sul Garda: un luogo in cui, per la conformazione del terreno e l’influenza del clima tipicamente mediterraneo, le viti producono pochi grappoli di uva, ma ricchi di zuccheri e profumi”. Dunque un panettone che lo rappresenta in modo particolare, perché è l’unione di due terre distanti e diverse, entrambe con un’importanza speciale per lo chef.

 

Non si pensi, però, che gli altri impasti siano meno impegnativi o non abbiano alle spalle altrettanto studio. Per realizzare i suoi lievitati Pasquale Tozzi parte sempre da ingredienti ricercati di altissima qualità, che in questo caso sono la farina di tipo 00 del Molino Pasini, il burro della Normandia, le uova provenienti da galline allevate a terra nell’ambito di una sempre maggiore attenzione al benessere degli animali e dell’ambiente, i canditi di Noto e, per finire, la vaniglia del Madagascar. La tradizione a cui il pasticcere guarda è quella milanese, per un impasto che vede un totale di 19 ore di lievitazione e 12 ore di posa a testa in giù. Per quanto riguarda invece il pandoro, la sua ricetta originale prevede l’uso degli olii essenziali degli agrumi fatti assorbire al burro, dando poi forma a una biga con farina, lievito madre, acqua, burro, zucchero e uova, messa a riposare per 12 ore.


 

Se gli viene chiesto qual è il segreto più importante che ha imparato in tanti anni di esperienza per poter ottenere un ottimo lievitato, la sua risposta è molto interessante: “Sin da ragazzino ho capito l’importanza di temperature e umidità. A differenza di quanto si possa pensare, non basta seguire la ricetta, ma occorre saperla adattare rispetto al cambiamento di queste condizioni. E lo stesso vale ancor di più per i grandi lievitati”. I panettoni e i pandori dello chef Pasquale Tozzi possono essere acquistati online, scrivendo in direct su Instagram a chef_pasqualetozzi, inviando una mail a tozzipasquale90@gmail.com o recandosi direttamente presso Abiendi Panificio Pasticceria di Castrezzato (BS), il ristorante IL MOLINO Osteria Contemporanea di Rovato (BS), Il Vecchio Larry Osteria di Pontoglio (BS) o il ristorante Ca’ Del Re a Ponte di Legno (BS).

Le delizie della Cioccolateria Giraudi

A Natale, come in qualunque altro periodo dell’anno, il cioccolato è sempre un elemento iconico che genera un vero e proprio stato di benessere. Riceverlo, regalarlo o magari concedersi un momento di puro piacere per sé è sempre un’ottima idea, ma ancor di più lo è durante le festività, quando si può fare una pausa dalla dieta. C’è anche chi della passione per il cioccolato ne ha fatto un mestiere: è il caso della Cioccolateria Giraudi, nata nel lontano 1907 a Castellazzo Bormida, in provincia di Alessandria, in un primo momento come mulino per la macinazione dei cereali. Il fondatore Giovanni Battista Giraudi, però, aveva un interesse particolare per il cioccolato, lo stesso che riprese anni dopo Giacomo Boidi, l’attuale titolare dell’azienda. Quale il legame tra i due? A Giovanni si unì ben presto il cugino Paolino Boidi, di cui Giacomo è il nipote. Dunque una lunga storia familiare che merita di essere scoperta e raccontata. “Sin da bambino sapevo di avere un carattere forte che non poteva sottostare ad alcuna regola. Così, nel gennaio 1982 decisi di seguire la strada del cugino di mio padre, Giovanni Battista Giraudi, il quale aveva aperto una pasticceria ad Alessandria. In poco tempo ho imparato ogni dettaglio di questo mestiere e il frutto delle molte prove fatte nel piccolo laboratorio di dodici metri quadri non è mancato ad arrivare” racconta Giacomo, che è oggi uno dei cioccolatieri più apprezzati del mondo.


 

La storia della cioccolateria è lunga e molto interessante, perciò consigliamo una visita in loco, con la possibilità di vedere il laboratorio all’opera, anche su prenotazione, e fare delle degustazioni. In questa sede noi però suggeriamo dei regali golosi per Natale e l’intero catalogo Giraudi è una gioia tanto per la vista quanto per il gusto. La scelta è molto vasta, ma volendoci soffermare sul Natale possiamo consigliare prima di tutto il tradizionale Calendario dell’Avvento, nato in Germania a fine ‘800 dall’idea di una mamma, la quale si ingegnò per soddisfare il desiderio del figlio di contare le giornate che mancavano al 25 dicembre. Il calendario di Giraudi è la completa esaltazione di tutti i prodotti della cioccolateria, scoprendo ogni giorno una sorpresa diversa: Croccantelli, Baciut, Amaretti, Giacometta, Mandrugnin, Gianduiotti, Nocciolini, Cremini e Napolitains.

Un’altra idea golosa e originale è quella delle scatole di latta colorate, di tre tipologie diverse: nella verde troverete i Cremini nelle versioni classico, al caffè, al pistacchio o con nocciola intera e i Baciut, baci di dama classici e al cioccolato, prodotti esclusivamente con la farina integrale biologica di Enkir®, un farro monococco coltivato in Alta Langa e considerato il cereale più antico del mondo; nella rossa sono invece protagonisti i Nocciolini e i Croccantelli, rispettivamente sfere di cioccolato ripiene di crema di nocciole Tonde Gentili Trilobate o pistacchi di Sicilia e lingotti di cremino realizzati con finissimi cioccolati arricchiti da croccante di nocciole, ricoperti di fondente; infine, nella latta azzurra si nascondono i Gianduiotti nelle tre versioni insieme agli Amaretti al cioccolato, meringati e ricoperti di finissimo fondente. Per chi volesse osare di più sono poi disponibili le Ceste regalo, eleganti scatole di sei dimensioni diverse; ovviamente è anche possibile richiedere una selezione personalizzata dei prodotti del catalogo. Noi, ad esempio, abbiamo scelto una splendida scatola con: i Pentagoni, cioccolatini dalle cinque facce con venti gusti assortiti come noce, fava di tonka o lampone; i Petali, sfoglie di cioccolato gianduia e fior di sale di Pirano di varie tipologie; i Gianduiotti di tre varietà; la deliziosa Giacometta, finissima crema spalmabile al cacao e nocciole. 

 

Oggi la tradizione di famiglia viene portata avanti anche da Davide, figlio di Giacomo, che da lui ha ereditato l’amore per il cioccolato; una vocazione che specialmente in questo periodo assume un significato speciale. “Natale fa da sempre rima con felicità e cos’è il cioccolato, se non felicità? – domanda retoricamente Giacomo Boidi – Con il nostro lavoro portiamo la gioia nelle case delle persone e questa sensazione è ancora più tangibile nei momenti di festa, quando il cioccolato rappresenta un simbolo di convivialità e di unione fra le persone. Natale è per noi il momento più importante di tutto l’anno. Sapere che il nostro lavoro viene apprezzato anche per un valore sociale, oltre che gastronomico, è motivo di grande gratificazione”.

Se invece gli viene chiesto qual è il segreto del suo successo, oltre ovviamente all’importanza delle materie prime e dei processi di produzione, Giacomo ricorda un episodio in particolare: “È stato estremamente significativo per me un viaggio in Africa alle origini del cacao, a São Tomé e Príncipe, dove ho studiato gli aspetti tecnico-chimici della lavorazione del cioccolato, poi approfonditi in un corso del maestro cioccolatiere francese Pierre Richard. La formazione sul campo mi ha permesso di diventare Membre Correspondant dell’Académie Française du chocolat et de la confiserie e nel frattempo di dedicarmi anche alla mia passione per l’arte, avviando un proficuo rapporto con artisti del calibro di Antonio Riello, Marcella Toninello, Paolo Castiglioni, Georgia Galanti e Mario Fallini. Sono un artigiano, non un artista, ma l’arte mi ha sempre affascinato in tutte le sue forme, perché gli artisti hanno il pregio di stimolare chi li guarda, fanno pensare, lasciano un segno e sono in grado di sostenere le proprie idee a ogni costo”. Proprio come lui e i suoi squisiti cioccolatini.

I vini della Cantina Nicola

Concludiamo questa selezione di tre prodotti gustosi da regalare a Natale con i vini, in modo da completare il quadro dell’enogastronomia d’eccellenza. Sappiamo, ovviamente, che ci sono moltissimi altri brand che avremmo potuto suggerirvi, ma abbiamo voluto scegliere delle realtà che, oltre al marketing e alla qualità, si caratterizzano per la passione dei proprietari, nonché le storie originali degli stessi. Il prossimo anno vi racconteremo altri imprenditori meritevoli di essere conosciuti. La Cantina Nicola ci ha colpiti subito perché non è la classica struttura ampia e quasi industriale: si tratta, al contrario, di un’azienda vinicola con ristorante a conduzione familiare che costituisce per la famiglia Nicola un vero e proprio progetto di vita, oltre che un obiettivo raggiunto dopo anni di studio, lavoro, ricerca e fatica; insomma, un sogno diventato realtà.


 

Oggi la cantina conta una produzione di circa 20.000 bottiglie all’anno in un’area di cinque ettari nel Monferrato, territorio ancora per molti versi da scoprire: si va dal comune di Cocconato, in frazione Bonvino, a quello di Passerano Marmorito in località La Serra; una curiosità è il fatto che il Nord Astigiano, per la sua particolare posizione, per l’altitudine e il clima favorevole, sia stato soprannominato la Riviera del Monferrato. Sebbene le etichette in commercio siano sette, abbiamo deciso di selezionarne due da consigliare come regalo natalizio o da portare in tavola durante queste festività, perché bene si adattano a pranzi e cene piuttosto elaborati. La prima bottiglia è il Barbera d’Asti Docg, concentrata e corposa, di un rosso scuro quasi impenetrabile e dal sapore speziato; esiste anche nella versione superiore, che rispetto all’altra subisce un affinamento in tonneaux e botte grande di almeno 12 mesi. La seconda proposta dell’insegna Cantina Nicola è invece l’Albugnano Doc superiore, un vino a base di uve Nebbiolo dal colore rubino brillante con sentori di fragolina di bosco e note floreali di viola, armonico ed elegante; proviene dalle alte colline intorno ad Albugnano, dove ha trovato un habitat perfetto per esprimersi al meglio.

 

Se questi sono i nostri due consigli, non vogliamo però limitarvi nella scelta, pertanto menzioniamo anche le altre etichette dell’azienda agricola di Cocconato: il Piemonte Doc Grignolino, la Freisa d’Asti Doc superiore, il Piemonte Doc Chardonnay e il Monferrato bianco. Ognuno di questi vini nasce da una storia personale e familiare che dura da anni e coinvolge varie generazioni. Racconta a tal proposito Federico Nicola, proprietario della cantina che porta il suo nome insieme al fratello Riccardo e alla chef Alessia Rolla: “Sono cresciuto grazie a nonno Bertin con la passione per il vino e all’età di 23 anni, mentre stavo studiando ingegneria al Politecnico di Torino, ho deciso di dedicarmi completamente a quelle che, fino a quel momento, erano state per lo più attività amatoriali: la coltivazione della terra, l’impianto dei vigneti e la produzione del vino. Ho quindi cambiato rotta e mi sono iscritto alla facoltà di enologia dell’Università di Alba, per poi fondare nel 2002 la mia prima piccola azienda vitivinicola. All’inizio ho fatto pratica nelle vigne di mio nonno, due ettari di terreni situati a Cocconato d’Asti, ma più tardi ho trovato il coraggio di investire in un progetto tutto mio, ampliando il raggio di azione”.


 

La diretta conseguenza è la Cantina Nicola come la conosciamo oggi, costituita da cinque ettari di terreni, un ottimo livello di produzione e di fatturato, nonché la nascita di un ristorante di classe gestito dalla chef Alessia Rocca. Nell’azienda vitivinicola, di cui dal 2018 fa parte anche l’enologo Gianpiero Gerbi, è possibile fare delle degustazioni solamente legate al vino, oppure provare i quattro percorsi degustazione del ristorante. Fondamentale è l’attenzione al biologico (tutti i vini lo saranno dal 2024) e alla sostenibilità, nonché alla ricerca per ottenere prodotti sempre più raffinati ed eleganti, nel rispetto dell’ambiente. “Il mio obiettivo è quello di mettere in luce le potenzialità del territorio astigiano, tra cui l’altitudine e la composizione delle terre bianche – conclude Federico Nicola – Riserviamo sempre estrema cura e attenzione ai vini, una volta in cantina. L’affinamento in botte di rovere per i vini superiori, ad esempio, è importante ma mai prevalente. Arrivando a un’estensione di cinque ettari, le viti vengono coltivate in zone territoriali diverse: una scelta di stile oltre che strategica, fatta per tutelarsi in caso di eventuali circostanze climatiche sfavorevoli. D’altra parte ho sempre amato sperimentare e, con una produzione quasi sartoriale, ricercare la massima qualità”. I vini del ristorante con vigna Cantina Nicola sono acquistabili tramite il sito, le pagine social oppure direttamente in loco.