L'Alchimia, il nuovo corso di un grande ristorante italiano: la casa dei milanesi guarda nel segno della tradizione
Un menu di grandi classici, 900 etichette di vini provenienti da tutto il mondo e non solo - Le due sale: due privés, uno chef table e uno spazio poliedrico, tra business e sala da pranzo perfetta
L'Alchimia - Il nuovo corso di un grande ristorante italiano
C’è tanto Milano nel futuro de L’Alchimia. Oltre alla cucina che rivede in un nuovo percorso degustativo i piatti iconici del ristorante, spunti di milanesità si ritrovano nelle decorazioni della rinnovata “bellissima casa dei milanesi”. Alle pareti, grazie a un prestito dell’Archivio Fotografico Cesare Colombo, da metà febbraio si potranno ammirare gli scatti in bianco e nero dell’Artista milanese. Dall’immensa produzione di Colombo, che racconta la Milano popolare e i suoi cambiamenti dai primi Anni ‘50 al 2015, Alberto Tasinato, titolare de L’Alchimia, ha scelto le immagini che raccontano i valori di condivisione e accoglienza che rappresentano i pilastri della filosofia del locale.
Una poetica del quotidiano che viene ripresa e reinterpretata anche da un altro nome noto che ha portato la creatività milanese nel mondo: Fornasetti. Infatti, alcuni pezzi iconici dell’Atelier meneghino arricchiranno ulteriormente, in un gioco di bianchi e neri di rimando con gli scatti di Colombo, le pareti del locale. Sempre più attento alla cura dei propri commensali, l’Alchimia tra poche settimane metterà all’opera in servizio gratuito di animazione per i più piccoli con atelier creativi inquadrati, mentre i genitori pranzano nella più grande serenità.
L'Alchimia - Un menu di grandi classici
Proprio come intorno alla tavola di casa si ritrovano i piatti della tradizione familiare così il nuovo menu de L’Alchimia, la bellissima casa dei milanesi, ripercorre la sua storia attraverso le proposte più apprezzate dagli ospiti. Cinque portate che raccontano il vissuto del ristorante partendo dalla ricciola cruda con culatello Boschi Fratelli e crema di arachidi proseguendo poi con i tagliolini in fondo al mare dove la pasta fatta a mano si sposa con la salsa marinara e il ragù di crostacei, il rombo poché con spuma di funghi, foie gras e limone salato, il coniglio grigio di Carmagnola alla Wellington con salsa rubra e polvere di peperone crusco per chiudere con Luna, una sfera ripiena di mousse al cioccolato caramelia con cuore di frutti esotici, guacamole dolce di avocado e latte di cocco.
Oltre al menu degustazione è possibile scegliere dalla carta dove sono presenti alcuni piatti che sono l’essenza stessa di Milano nel mondo come il risotto allo zafferano riproposto secondo una ricetta che risale al 1574 o la cotoletta impanata o ancora il magnifico bollito misto. Una tradizione che si apre anche alle altre cucine italiane come i tagliolini 36 uova piemontesi conditi col burro di malga e il pregiatissimo tartufo bianco di Alba, il pandoro veronese che sarà in carta tutto l’anno e che verrà servito con una crema mantecata al tavolo o la pasta mista Pastificio Soldati con la crema di fagiolina del Trasimeno e cozze Mitilla di Pellestrina.
A sottolineare l’eccellenza dei fornitori nel menu vengono riportati i nomi dei piccoli produttori italiani da cui provengono le materie prime elaborate dalla cucina.
L'Alchimia - Cocktail & Vini
L’Alchimia vanta una cantina di oltre 900 etichette di vini provenienti da tutto il mondo, una carta dei cocktail in continua evoluzione e lista di tè unica nel suo genere. In particolare, proprio a rimarcare l’atmosfera familiare de L’Alchimia, patron Tasinato, come un padrone di casa d’altri tempi, condivide con i suoi ospiti le bottiglie di vino più preziose. E per permettere a ogni cliente di degustare anche i vini più rari e costosi è stata elaborata una strategia di ricarichi contenuti che rende le grandi etichette fruibili a un pubblico più vasto.
Dalla cantina sono state selezionate decine di etichette per l'area lounge bar che affiancano l’ampia proposta di cocktail tradizionali e di twist creativi ideali per un aperitivo, in pairing con una variazione di amuse bouche dalla cucina, o per un after dinner.
Tasinato e Postorino, un binomio sorprendente
Anima e owner del locale è Alberto Tasinato, uno dei più conosciuti nomi della ristorazione milanese. Gourmand poliedrico, infaticabile lavoratore ed eccellente padrone di casa, Tasinato gestisce L’Alchimia con empatia, passione e precisione. Come un oste d’altri tempi stringe mani, ha occhio a tutto, sa e conosce e si sposta senza soluzione di continuità tra cassa, cucina e sala. Da L’Alchimia ogni cliente è al centro delle attenzioni di Tasinato e dello staff. Per ogni ospite, infatti, vengono memorizzate le preferenze, in tema di gusti ma anche di servizio, così che tornare a L’Alchimia sia una splendida e calda abitudine familiare.
In cucina c’è Giuseppe Postorino, chef dall’immensa cultura enogastronomica. Agli antipodi dagli chef star, Postorino compone la sua cucina come un poeta moderno e dirige la sua brigata con fermezza, calore e una ricerca spasmodica della forma e del gusto perfetto. Postorino sa coniugare verve, tecnica e squisite sperimentazioni nei menu stagionali dove i grandi classici milanesi come la cotoletta o il risotto allo zafferano si alternano a proposte di alta cucina creativa. In un’altalena di gusti e sapori che fa vibrare e sognare chi siede al tavolo de L’Alchimia, il commensale viene percorso da quel brivido squisito di “essere parte” del tempo di un piatto, della grande cucina di domani.
L’Alchimia Ristorante
Nel Medioevo arrivò in Europa l’Alchimia, un complesso di scienze esoteriche che si proponevano la trasmutazione del piombo, ovvero ciò che è negativo, in oro, ovvero ciò che è positivo. Nessun nome, quindi, può rappresentare al meglio ciò che accade all’interno della cucina del ristorante L’Alchimia: qui le materie prime vengono sapientemente trasformate per diventare piatti unici.
In uno spazio di 260 metri quadrati trovano posto oltre 80 coperti, una location funzionale che si presta a pranzi e cene in solitaria ma anche a grandi eventi. Il locale è diviso in due zone: il lounge bar e il ristorante. Il primo è caratterizzato da un bancone dall’allure retrò con tavoli alti che delimitano una zona salotto più intima. Nella stagione calda il bar si apre verso l’esterno con un elegante dehors.
L'Alchimia - Le due sale: due privés, uno chef table e uno spazio poliedrico, tra business e sala da pranzo perfetta
Per chi desiderasse godere di momenti unici e privati sono a disposizione due salette. La Sala Langhe è un tradizionale privé le cui pareti sono una bottiglieria di boiserie, interamente arredata di grandi etichette langarole e libri di cucina. Un’ampia finestra permette di tenere il contatto visivo con il sancta sanctorum della cucina, regno di chef Postorino e osservare la brigata in azione in un meraviglioso balletto di sguardi, gesti scambiati e ripetuti.
La Sala Zafferano invece, allestita da marzo 2024 nello spazio adiacente alla Lounge, è una vera e propria sala polifunzionale per meeting fino a 16 persone con schermo interattivo o per degustazioni e tasting dove lo schermo diventa una webcam sulla cucina che si trasforma, in un secondo, in un ideale privé. Il design del ristorante è un gioco di materiali naturali dove il legno delle travi e del parquet colloquia gentilmente con i mattoni a vista delle pareti e si ritrova nel legno massello dei tavoli contornati da sedute ampie e comode che invitano alla convivialità.
Chi è Giuseppe Postorino executive chef de L’Alchimia
Per Giuseppe Postorino, executive chef de L’Alchimia Ristorante & Lounge di Milano, la cucina è una questione di consapevolezza e di responsabilità nei confronti dei commensali, della sala e della brigata e di rispetto per la filiera. Giuseppe cucina anche per trasmettere i valori a lui cari: non si tratta soltanto di mangiare molto bene, ma anche di condividere un pasto che faccia stare bene le persone e che lasci un'impronta culturale ed emotiva duratura. Classe 1985, nato a Monza ma di origini calabresi, Postorino si appassiona fin da subito al mondo della cucina grazie ai profumi della regione di origine. Dopo il diploma all’alberghiero del collegio Ballerini di Seregno, grazie al suo mentore Alberico Penati, inizia il suo percorso professionale con un’esperienza internazionale al Rocco Forte Hotel di Bruxelles, nella brigata di Alberico Penati (allievo di Angelo Paracucchi) e Sergio Mei. In seguito, rientra in Italia per lavorare nelle prestigiose cucine del Maestro Gualtiero Marchesi presso il Relais & Château L’Albereta, per poi fermarsi sette anni nel celebre Hotel Magna Pars Suite (5*) nel ruolo di sous chef prima e di executive chef poi. Giuseppe approda nel 2019 a L’Alchimia Ristorante, dove ottiene la Stella Michelin nel 2020, riconfermata anche dal 2021 al 2024, oltre a una serie di premi e riconoscimenti dei migliori esponenti della critica enogastronomica.