Mondo pane, ecco chi è Luigi Diotaiuti: lo chef amato dalle star che dagli Usa è tornato in Basilicata

Diotaiuti, ambasciatore della cucina italiana e lucana nel mondo, già chef dell'ex presidente americano Obama, torna in Italia per aiutare i produttori locali

di Redazione
Tags:

Luigi Diotaiuti
Chef

Food

Chi è Luigi Diotaiuti, lo chef amato dalle star che da Washington è tornato in Basilicata per aiutare i produttori locali 

C’è un cuore italiano che pulsa a Washington, D.C., Luigi Diotaiuti, è uno Chef  pluripremiato, Ambasciatore della cucina italiana e lucana nel mondo (insignito dall’Italian Cultural Society di Washington DC) sostenitore della grande associazione americana italoamericana, il NIAF (National Italian American Foundation), membro del team degli chef del Dipartimento di Stato Americano durante l’Amministrazione Obama e proprietario di uno squisito ristorante tipico italiano a Washington ‘AlTiramisù’. 

Diotaiuti è originario della Lucania, di Lagonegro, un paesino della Basilicata, in Provincia di Potenza, una terra vera e autentica di cui conserva un ricordo che porta sempre con sé: la bontà dei suoi prodotti, genuini e frutto del lavoro di tante famiglie contadine e artigiane.  Promotore della Basilicata nel mondo, lo Chef Luigi Diotaiuti ha fondato un’organizzazione senza fine di lucro: la Luigi Diotaiuti Foundation ETS con la quale racconta ‘A way of living’ un modo di vivere, le tradizioni della Basilicata che il mondo dovrebbe conoscere e proteggere per tramandarle alle nuove generazioni. 

Luigi Diotaiuti da Washington torna ancora una volta in Basilicata per aiutare i produttori locali

In collaborazione con il Comune di Trecchina è stato il protagonista del primo (di una serie) di incontri e dibattiti. Tra gli ospiti anche Alex Revelli Sorini gastrosofo e giornalista Rai, Nicola Perullo Prorettore vicario dell’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo, Lucia Galasso antropologa dell’alimentazione, Susanna Cutini gastronoma e giornalista Rai e Donatella Guarino biologa nutrizionista.  Con oltre 15 stand con pani e prodotti dei forni lucani in mostra e in degustazione, al forum ‘Mondo Pane’ si è così iniziato a discutere del futuro del pane insieme ad esperti ed interrogarsi sulle motivazioni che stanno portando le tradizioni all’estinzione. 

Semplicità e grandezza: le caratteristiche del  pane di Trecchina

 
Semplicità e grandezza sono le caratteristiche di questo prodotto
, benedizione della natura e della fatica umana”. Il pane, il più antico degli alimenti, per millenni e’ stato l’elemento degli alimenti, sempre al passo con l’uomo, frutto di una tradizione Millenaria, si ottiene mescolando la farina 00 o farina di semola rimacinata di grano duro locale e certificata, con acqua e lievito naturale rigenerato ormai da decenni, detto “lievito madre” o pasta acida, sale marino e acqua. 

Il lievito madre viene rinnovato per almeno tre volte, aggiungendo acqua e farina 00 oppure 0, al fine di aumentare la massa fermentata. Gli ingredienti vengono impastati tramite impastatrice per 20 minuti o ancora a mano da molti panifici lucani. L’impasto viene quindi coperto con un telo di cotone di un certo spessore per poter ottenere una lievitazione a temperatura uniforme e viene lasciato riposare una prima volta per almeno 90 minuti. Seguono la pesatura che solitamente è di circa mezzo kg, 1 kg o 2 kg. Le forme sono immesse nel forno a legna o a gas ad una temperatura di 250°C per 25/40 minuti. A fine cottura si attende almeno cinque minuti a forno aperto pima di estrarre le pagnotte, in modo che il vapore fuoriesca e la crosta diventi croccante. 

Una manualità quella lucana, un’arte antica, che crea da secoli una bontà fragrante, con crosta bruna e mollica tendente al giallo paglierino morbida.  Le panetterie lucane, oltre ad infondere un profumo inebriante nel paese, producono anche tanti altri formatitra cui ad esempio una tipologia di pane a forma di grande ciambella: il così detto pane «cuddura», il cui nome deriva dal greco «kulloura» che significa corona. Oltre un secolo di pane con gesti ripetuti e divenuti simbolo identificativo di forni o di paesi.  Tra le creazioni più recenti c’è l’impasto ai multicereali: forma tipica materana, crosta rugosa e puntellata dai chicchi del frumento, cottura esemplare e mix di sapori vincenti e bilanciati. Stessa qualità con u ficcilatid, i panini al latte, taralli e la pasticceria secca. Sono diversi i disciplinari nati per tutelari le origini e il nome del pane come quello di Matera IGP più famoso della Basilicata. 
 
Il pane di Trecchina, con il suo riconoscimento PAT (Prodotto agroalimentare tradizionale), non ha un suo proprio disciplinare, è fatto a forma sferica con diametro di 35 cm, altezza di circa 11 cm e crosta di mezzo cm. Da anni, il pane, eccellenza del cibo italiano,  e’ stato preso da assalto dalla produzione in larga scala facendo quasi scomparire la manualità tradizionale lasciando spazio a prodotti che non hanno la stessa bontà e la stessa genuinità poiché la necessità della lunga conservazione richiede elementi aggiuntivi poco salutari. Lo Chef Luigi Diotaiuti sta stimolando grandi esperti e il suo obiettivo è: “Coltivare felicità e salute grazie alla sostenibilità agricola”.