Nestlé, denuncia sull'acqua minerale filtrata. "Inganna i consumatori"

L'Ong Foodwatch ha denunciato Nestlè per aver trattato illegalmente l'acqua in bottiglia. Ma l'azienda si difende: "Azioni finalizzate alla tutela della salute"

di Redazione Food
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L'ong Foodwatch ha denunciato Nestlé Waters per aver trattato illegalmente l'acqua in bottiglia di marchi come Perrier

Nestlé Waters è stata denunciata in Francia dalla ong Foodwatch, che l'accusa di aver trattato illegalmente l'acqua in bottiglia e poi venduta senza fornire corrette informazioni ai consumatori. La questione nasce da un'inchiesta condotta da Radio France e Le Monde, che aveva rivelato come a fine gennaio la filiale francese del colosso svizzero avesse utilizzato "sistemi di trattamento dell’acqua con filtri al carbonio o filtri UV" per i marchi Perrier, Vittel, Hépar e Contrex, imbottigliate nei Vosgi. "Il 100% dei marchi di Nestlé Waters è coinvolto nell’uso di trattamenti proibiti", sono le accuse di Foodwatch riportate da Le Temps.

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"La frode legata all’uso di acqua trattata illegalmente  - rincara la dose l'Ong - è paragonabile allo scandalo della carne di cavallo di dieci anni fa". Foodwatch poi sottolinea "un’evidente violazione delle norme: inganno dei consumatori e profitto economico. Le società hanno nascosto i processi di filtraggio ai controllori e sono state attente a non fornire informazioni ai consumatori o ai distributori, vendendo i loro prodotti non conformi da anni sia in Francia che, probabilmente, nel mercato interno europeo". Non solo, l'Ong arriva ad accusare la Francia di essere stata "compiacente" non avvertendo del problema le autorità degli altri Stati dell'Ue.

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Nestlé però si è difesa affermando che i trattamenti sull'acqua erano finalizzati in primis per la tutela della sicurezza alimentare, data la presenza di agenti chimici e microbiologici che si accumulano nel passaggio dell'acqua attraverso falde sotterranee o condutture, ma ammette che potrebbero esserci state delle mancanze in termini di rispetto delle norme. I suoi marchi ora rispetterebbero pienamente le leggi francesi da ormai tre anni.