Codice della strada e alcolici, le ragioni anche sociali del calo dei consumi
La paura delle sanzioni più severe sta cambiando le abitudini, con alcune eccezioni e particolarità
Il Nuovo Codice della Strada è entrato in vigore sabato 14 dicembre 2024 ma seppur i limiti sul consumo di alcolici siano rimasti quelli di prima si è registrato un sensibile calo del consumo di alcol a causa dell'inasprimento delle pene che ha generato una sorta di "effettuo dissuazione" dalle diverse sfaccettature.
Questi i numeri ma gli addetti ai lavori come se la passano? Cosa ne pensano? Abbiamo provato a fare il punto con Angelo Donnaloia, bar manager all’interno dello storico hotel 5 stelle capitolino Excelsior e soprattutto Presidente A.I.B.E.S. (Associazione Italiana Barmen e Sostenitori): “Se guardo all’associazione di categoria che rappresento negare che ci sia della preoccupazione sarebbe sbagliato, anche perché se ne parla tantissimo. Però le regole non sono cambiate, anche prima se ti fermano e risultavi positivo all’alcol test, ti ritiravano la patente. Sono cambiate le sanzioni, quelle sì per il resto è un fattore più che altro mentale. Diciamo che inizia ad esserci un consumo più attento.
Personalmente non ho notato un calo se non per la piccola parte di clientela che arriva dall’esterno ma non sono certo i numeri dei cocktail bar d’hotel a preoccupare, dal momento che la nostra clientela è principalmente interna e a fine serata non ha il problema di doversi mettere alla guida.”.
Intravede delle soluzioni?
“Alcune regole sono troppo rigide. È giusto non bere se poi devi metterti alla guida, noi dell’A.I.B.E.S. abbiamo sempre parlato di bere in modo responsabile in modo da non diventare un pericolo per nessuno. È vero anche però che, se bevo due bicchieri di vino a cena e poi mi metto alla guida non sono un pericolo per nessuno. Dovrebbero esserci più controlli e andrebbe punito chi fa abuso di alcool. All’estero, quanto a noi oggi appare estremo, funziona da tempo. Semplicemente i giovani, le comitive si organizzano e a turno, chi guida, non beve. È un fattore di mentalità”.
L’A.I.B.E.S. farà qualcosa?
“Come Associazione abbiamo un progetto sul quale stiamo lavorando. Vogliamo sensibilizzare alla conoscenza e per farlo occorre educare sia i nostri bartender, sia clienti a sapere fin dove possono arrivare. Ci sono piccoli strumenti che ci possono aiutare, come gli alcolimetri tascabili che controllano il grado alcolemico nel sangue e segnalano quanto tempo aspettare prima di mettersi alla guida. Occorre prendere la vita con più calma e godersela”.
La soluzione sarà il vino dealcolato e i drink analcolici?
“Per alcuni possono essere delle mode, per altri delle soluzioni. A patto che si abbiano per le mani dei prodotti eccellenti e non tutto ciò che sta facendo la comparsa sul mercato in questo periodo lo è. Alle volte meglio optare per dei drink con una bassa gradazione alcolica che combinano magari ad un gin analcolico altre parte alcoliche. Si dovrebbe fare attenzione a non perdere mai per strada quella componente importante che rende un drink un buon drink ed è il gusto.
È difficile, in definitiva, togliere il vino a cena a chi ha sempre mangiato bevendo del buon vino oppure convincere qualcuno a ordinare un succo di frutta dopo cena. Sa cosa dovremmo fare? Non avere paura perché in fondo non è cambiato nulla. Dovremmo semmai capire il nostro corpo e i suoi limiti, così facendo potremmo magari scoprire che basterebbe aspettare un’ora prima di mettersi alla guida per potersi godere due bicchieri di vino in serenità senza giocarsi la patente”.
Le aziende invece come si stanno comportando?
“Si erano già, per la maggior parte, orientate negli ultimi anni verso prodotti con un basso volume alcolico non fosse altro che per una questione salutista. Non dimentichiamo che le aziende vanno verso ciò che il mercato richiede e ben venga che siano così proattive”.
Da Roma, ci siamo spostati a Milano e abbiamo incontrato Domenico Carella, punto di riferimento per il bartending e consulente F&B (Food and Beverage) a livello internazionale. Carico (Casual Risto Cocktail) è la sua creatura milanese ma è solo la punta dell’iceberg. Anche con lui abbiamo cercato di capire quanto il nuovo Codice della strada penalizzi il mercato: “L’italiano è allarmista, prima se lo fermavano poteva provare a raccontare una barzelletta oggi non più. Milano vive una situazione che oserei definire camouflage, alcune zone sembrano non essere state intaccate dalle nuove norme, perché i locali sono ben collegati ai mezzi o alla rete dei taxi. Sempre a Milano, certi club non centrali registrano invece un grande calo. Si preferisce uscire meno che dover fare mille ragionamenti su come arrivare al giorno dopo con la patente nel portafoglio.
Nei piccoli paesi dove magari ti puoi muovere facilmente a piedi e puoi passeggiare ci sono ancora meno vincoli e ragionamenti diversi da fare e locali che ancora sono pieni.
Oggi la fortuna di un locale la fa la sua posizione. Non tutti sono pronti a sacrificare una serata per il bene della collettività, semplicemente piuttosto che uscire e non bere restano a casa e questo fa abbassare il fatturato di tutto, anche dei ristoranti. La gente esce meno, nonostante ci siano app che ti dicano dove sono i posti di blocco”.
Vincerà il no alcol?
“Sono di parte e anche in leggera contrapposizione. La scelta no alcol non andrebbe fatta perché non posso bere alcol ma per un altro motivo, perché mi piace quel gusto, perché lo faccio per una questione detox. Sono d’accordo poi con quanto dichiarato da Joe Bastianich (produttore di vino in Sicilia e in Toscana, ndr) parlando dei vini dealcolati spesso pieni di zuccheri e aromi. Bisogna fare attenzione a tutto ciò che è ricostruito”.
Il cocktail analcolico sarà la nuova Coca Cola?
“Fra 100 anni, forse. Ci sarà sempre un momento in cui entra in gioco il palato. Chiediamoci perché beviamo? Per avere qualcosa in mano? Allora in quel caso prendiamo un bicchiere d’acqua. Se a un gesto diamo invece valore, come scegliere un drink da una cocktail list allora, allora val la pena scegliere bene. Per il nostro palato, fegato, portafoglio e patente”.